Il Ministro dell’Istruzione Valditara ha ordinato alcune ispezioni presso gli istituti in cui si è recata Francesca Albanese. Cosa sta succedendo.
Ancora polemiche attorno al nome di Francesca Albanese, relatrice dell’Onu per i diritti umani in Palestina, dopo che il ministro dell’Istruzione Valditara ha ordinato delle ispezioni presso gli istituti in cui la donna ha parlato agli studenti. La ragione è da ricercare in quelle che sarebbero state le parole della stessa Albanese.

Il nuovo caso che ha coinvolto Francesca Albanese
Il nome di Francesca Albanese nuovamente sotto la lente di ingrandimento. Negli ultimi giorni è montato l’attacco degli esponenti di centrodestra all’iniziativa a cui ha preso parte la relatrice Onu che si è svolta in numerose scuole. Il progetto è stato chiamato ‘Palestina racconta’. Secondo la versione di alcuni esponenti politici, tra cui Matteo Bagnoli e Christian Nannipieri, “nel corso della conferenza ha ripetuto i suoi soliti mantra, sostenendo che il governo Meloni sia composto da fascisti e complice di un genocidio”. Tale situazione ha portato alla necessità di approfondimento.
La mossa del ministro Valditara
“Leggo su organi di stampa che in alcune scuole toscane una relatrice (Francesca Albanese, ndr), invitata durante l’orario scolastico ad intervenire su fatti di attualità, avrebbe rilasciato dichiarazioni che, se comprovate, potrebbero costituire ipotesi di reato. Ho chiesto agli organi competenti di avviare una immediata ispezione per verificare la realtà dei fatti e la eventuale responsabilità di organi scolastici”, ha fatto sapere in una nota Valditara, ministro dell’Istruzione dopo i webinar della relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati in alcune scuole della Toscana.
Sentito dall’Adnkronos, lo stesso Valditara ha voluto aggiungere che, in caso di conferma di quanto accaduto i “fatti, se confermati, sono di estrema gravità”. Da capire a questo punto se la Albanese vorrà dara una propria versione dei fatti per difendersi dalle accuse.