La legge di stabilità 2026 conferma i requisiti per la pensione di vecchiaia: 67 anni e 20 anni di contributi.
Nel 2026, i lavoratori italiani potranno accedere alla pensione di vecchiaia con gli stessi requisiti già in vigore nel biennio precedente. La legge di stabilità ha infatti confermato i parametri senza introdurre variazioni, mantenendo la soglia anagrafica e contributiva necessaria per il pensionamento ordinario. Si tratta di un passaggio importante per tutti coloro che si stanno preparando a lasciare il mondo del lavoro e che cercano certezze su tempi e modalità.

I requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2026
Per ottenere la pensione di vecchiaia nel 2026, sarà necessario aver compiuto 67 anni di età e aver maturato almeno 20 anni di contributi. Questo vale per la generalità dei lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, che hanno iniziato a versare contributi prima del 1° gennaio 1996.
Chi, invece, ha cominciato a lavorare dopo questa data e rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro, deve rispettare un’ulteriore condizione: l’importo dell’assegno maturato deve essere almeno pari al valore dell’Assegno Sociale, che per il 2025 è stato fissato a 538,69 euro mensili. Si tratta di una soglia economica che garantisce un minimo vitale e che impedisce l’accesso alla pensione ordinaria nel caso in cui l’importo spettante sia troppo basso.
Nessun adeguamento all’aspettativa di vita e proroga APE sociale
Un altro elemento centrale per il 2026 è il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita. Questo significa che l’età pensionabile non subirà incrementi, restando ferma a 67 anni. Le modifiche legate all’incremento della speranza di vita entreranno in vigore solo a partire dal 2027, con un primo aumento previsto a 67 anni e 1 mese.
Parallelamente, è stata confermata anche la proroga dell’APE sociale fino al 31 dicembre 2026. L’anticipo pensionistico sociale consente a determinati lavoratori di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro a partire da 63 anni e 5 mesi di età. Tra i beneficiari rientrano i disoccupati, i caregiver familiari, le persone con invalidità pari o superiore al 74% e i lavoratori impiegati in attività particolarmente gravose. Tuttavia, è richiesto il possesso di almeno 30 anni di contributi, che salgono a 36 anni nel caso di lavori gravosi.