Scontro a distanza per quanto riguarda la famiglia nel bosco e la salute di una delle bambine. La querelle tra tutrice e madre.
Continuano le notizie legate alla famiglia nel bosco ed in particolare i tre bambini rimasti in comunità dopo essere stato separati dai genitori. A tenere banco in queste ore sono le condizioni di salute di una delle bambine, quella di sei anni, che avrebbe portato ad uno scontro tra la sua tutrice e la madre, Catherine.

Famiglia nel bosco: la salute di una delle bambine
La tensione tra la famiglia nel bosco e gli assistenti sociali che si stanno prendendo cura dei tre figli sembra essere sempre in crescendo. L’ultimo dettaglio che avrebbe portato allo scontro tra i genitori e i tutori sarebbe nato a seguito della bronchite diagnosticata alla gemellina di sei anni dopo l’ingresso nella casa famiglia di Vasto. Pare si tratti di una patologia ritenuta seria dai medici, al punto da diventare uno degli elementi chiave nel procedimento del Tribunale per i Minorenni de L’Aquila.
I dubbi della madre e lo scontro
Secondo le ultime ricostruzioni in merito alle vicende della famiglia nel bosco, le ultime tensioni sarebbero nate durante una visita medica ad una delle due gemelline di 6 anni a cui è stata diagnosticata una “bronchite con spasmi”. Secondo la madre, Catherine, però, le cose non starebbero affatto in questo modo visto che – se davvero la figlia fosse stata malata – se ne sarebbe accorta. Da qui sarebbe partita la richiesta di una seconda visita, però, negata dalla tutrice principalmente per due motivazioni. In primis, un nuovo parere è stato definito “superfluo” e in secondo luogo, la visita aggiuntiva sarebbe andata di fatto a “sovrapporsi” all’operato del tribunale de L’Aquila, che aveva disposto ulteriori accertamenti sulla salute dei bambini.
In questo contesto, il tribunale per i minorenni si era espresso confermando il provvedimento di sospensione della potestà genitoriale citando tra le motivazioni proprio le resistenze in ambito “sanitario e socio sanitario” della madre. Questa situazione ha quindi fatto sorgere il dubbio che il “no” della tutrice potesse essere in qualche modo “strumentale” a dimostrare l’inflessibilità della famiglia. Per questa ragione, come spiegato da diversi media, i genitori avrebbero deciso di affidarsi al consulente psichiatrico Tonino Cantelmi con l’obiettivo di assumere una posizione più conciliante con le autorità. Una scelta che rischia di inasprire ulteriormente una situazione già di per sé molto tesa.