Abolita norma “Spazzacorrotti” e sanzioni per raduni fascisti

Abolita norma “Spazzacorrotti” e sanzioni per raduni fascisti

Bocciato l’ordine del giorno proposto da Angelo Bonelli sulle sanzioni dei raduni neo fascisti. Abolita la norma “Spazzacorrotti”.

Nel corso della seduta fiume in Parlamento per la conversione in legge del decreto Rave, è emersa anche la conferma dell’abolizione della norma definita “Spazzacorrotti”, una proposta del Terzo Polo accettata dal governo. Inoltre, anche un No per le sanzioni a chi organizza raduni neo fascisti e allo sgombero di un immobile occupato da Casapound.

Giorgia Meloni

Il centrodestra contro l’ordine del giorno

Il Governo Meloni va contro il volere di Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde, “che chiedeva un impegno del Governo a prevedere, in un prossimo provvedimento legislativo, la modifica dell’articolo 633-bis del codice penale per sanzionare chiunque organizzi o promuova raduni aventi scopo di pubblica esaltazione di esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo”.

Inoltre, l’ordine del giorno chiedeva lo sgombero dell’immobile di proprietà del demanio in via Napoleone III a Roma occupato da anni da Casapound. A sollevare il caso è lo stesso Bonelli, che non accetta la decisione della premier di difendere “i movimenti politici e le manifestazioni che inneggiano al Fascismo”.

L’abolizione della legge “Spazzacorrotti”

Passa invece col voto favorevole del governo la proposta del Terzo Polo sull’eliminazione della riforma Bonafede nota come “Spazzacorrotti”, che aveva inasprito le pene per i reati di corruzione e appropriazione indebita.

La legge prevede la sospensione del corso della prescrizione già dalla data di pronuncia della sentenza di primo grado. Se abolita, si torna alla “vecchia” prescrizione, che dura fino al terzo grado di giudizio e, se il processo è lento, lo porta direttamente all’estinzione

Secondo Giorgia Meloni, la scelta di rivedere la legge è stata data dal fatto che “non si può essere indagati a vita”. Così spiega alla conferenza di fine anno: “La prescrizione rimane fondamentale nello Stato di diritto o si rischia un sistema in cui si possono avere indagati a vita per scelte discrezionali. Per la riforma della giustizia serve un governo coraggioso e deciso”.