La Corte Suprema degli Stati Uniti voterà per discutere la cancellazione della legge sull’aborto: cosa succede adesso.
La legge “Roe v. Wade” votata nel gennaio 1973 stabiliva il diritto della donna a interrompere la gravidanza sino alla 22-24 settimana. Attualmente, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha intenzione di compiere una consultazione elettorale per eliminare la legge in questione, che garantisce la tutela del diritto d’aborto.
“Parere della Corte”, la bozza di parere maggioritario
Lo ha rivelato il quotidiano statunitense Politico. “Riteniamo che Roe e Casey debbano essere annullati”, scrive il giurista statunitense Samuel Anthony Jr Alito in una bozza di parere maggioritario, dal nome Parere della Corte.
La bozza in questione disconosce totalmente la storica decisione Roe v. Wade del 1973, che aveva il compito di garantire la tutela costituzionale federale dei diritti all’aborto. Alito continua: ” Roe aveva terribilmente torto fin dall’inizio. Riteniamo che Roe e Casey debbano essere annullati. È tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”.
La bozza è stata redatta in febbraio. I giudici che hanno votato in nome dell’abolizione della legge sono i quattro nominati dai repubblicani: Clarence Thomas, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett insieme ad Alito. Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan, tre giudici democratici, stanno redando una bozza con lo scopo di contrastare quella istituita dai repubblicani.
Il presidente John Roberts nominato da Bush nel 2006, considerato un moderato, ancora non si è schierato a favore di nessuna delle due parti. Attualmente la decisione non è definitiva fino alla pubblicazione del documento. La bozza datata 10 febbraio, potrà essere contrattata fino al 30 giugno.
Diritto all’aborto, una tutela al genere femminile
Nonostante l’ondata dei movimenti femministi del 1978 affinché l’interruzione volontaria della gravidanza venisse resa legale, ancora oggi questo diritto rischia di non essere tutelato.
Negare l’accesso all’aborto significa violare i diritti umani, in cui si viene meno al diritto della donna di autodeterminarsi, costringendola a portare avanti una gravidanza indesiderata. Garantire la possibilità di abortire è un mezzo con cui è possibile assicurare il rispetto dei diritti umani delle donne, al fine del raggiungimento della giustizia sociale e di genere.
È fuor di dubbio il fatto che la legge sull’aborto del 1978 non sia un modo per incoraggiare l’aborto. Anzi, si tratta di una tutela alle donne che consente, nei casi previsti, di poter ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. In modo da assicurare le giuste condizioni igienico-sanitarie ed il giusto sostegno psicologico a coloro che necessitino tale operazione.