Abu Mazen accusa Israele di aver commesso 50 stermini

Abu Mazen accusa Israele di aver commesso 50 stermini

Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese contro lo stato ebraico.

Nel corso di una conferenza stampa congiunta Abu Mazen presidente dell’Anp ha lasciato interdetto il pubblico di Berlino e il cancelliere tedesco Scholz. La visita di Abu Mazen era incentrata sulla discussione della cooperazione internazionale per la popolazione palestinese ma durante la conferenza stampa esce fuori una domanda sulle scuse della Palestina alla Germania per i fatti di Monaco, ovvero le Olimpiadi del 72 quando dei terroristi palestinesi presero in ostaggio 11 atleti israeliani.

La replica del presidente dell’Anp ha freddato tutti: “Se vogliamo concentrarci sul passato, fate pure” ha detto ma ha sottolineato che si sarebbe potuto anche parlare dei “cinquanta massacri, cinquanta stermini, cinquanta olocausti” commessi da Israele. Le parole di Abu Mazen sono state commentate a posteriori dal cancelliere Scholz che si è detto “disgustato” per quelle dichiarazioni. “Per noi tedeschi in particolare, qualsiasi relativizzazione dell’unicità della Shoah è intollerabile”.

Gerusalemme

L’irritazione di Scholz per le parole di Abu Mazen

Lo stesso sdegno è risuonato in Israele stesso. Sia il primo ministro Lapid che il ministro della difesa Gantz hanno commentato sconvolti. “Le parole di Abu Mazen sono spregevoli e false. La sua affermazione è un tentativo di riscrivere la storia” ha detto il ministro. Poco dopo il presidente palestinese ha ritrattato dicendo con un comunicato stampa che spiegava come Abu Mazen intendesse parlare di crimini commessi da Israele e non di Shoah.

Il presidente dell’Anp è stato più volte accusato di negazionismo della Shoah. Più volte ha fatto un parallelo tra quello che hanno fatto i nazisti tedeschi agli ebrei e quello che gli israeliani stanno facendo ai palestinesi. Il presidente dell’Anp ha parlato anche spesso di Apratheid, parola non condivisa dal cancelliere Scholz. Ma che è essenzialmente quello che descrive meglio la situazione nei territori palestinesi occupati.