Accessibilità digitale: cosa prevede la nuova legge in arrivo
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Direttore: Alessandro Plateroti

Accessibilità digitale: perché tutti ne parlano e cosa prevede la nuova legge in arrivo

Lorenzo Grassano

L’accessibilità digitale è al centro dell’attenzione a causa dell’European Accessibility Act, legge UE che dal 28 giugno imporrà nuovi obblighi a molti siti privati.

Il tema dell’accessibilità digitale sta rapidamente guadagnando centralità, trasformandosi da una questione prevalentemente etica a un requisito legale e commerciale imprescindibile, soprattutto per chi opera online con siti web ed e-commerce. Ne discutiamo con l’Avvocato Lorenzo Grassano per capire cosa comporta questa normativa e perché è fondamentale adeguarsi.

Avvocato Grassano, si parla sempre più spesso di “accessibilità digitale”: come mai?

Negli ultimi mesi il tema dell’accessibilità digitale è diventato centrale per chiunque gestisca un sito web o un ecommerce. Il motivo è semplice: dal 28 giugno 2025 entrerà in vigore una legge europea molto importante, l’European Accessibility Act, che obbligherà determinate aziende private a rendere accessibili i propri servizi digitali, come siti e-commerce ed e-book.

Fino a oggi, l’obbligo riguardava principalmente la Pubblica Amministrazione. Ma con questa nuova normativa, l’accessibilità diventa un requisito essenziale anche per il settore privato. Parliamo quindi di un tema che non è più solo “etico”, ma anche legale e commerciale.

Cosa prevede questa legge e a chi si rivolge?

Nel settore e-commerce, l’European Accessibility Act impone che tutti i siti di vendita online rivolti ai consumatori siano accessibili anche alle persone con disabilità, se gestiti da aziende con più di 2 milioni di euro di fatturato annuo oppure oltre 10 dipendenti.

I requisiti da rispettare sono quelli previsti dalle WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), le linee guida internazionali sull’accessibilità dei contenuti web, almeno nei livelli A e AA.

È comunque importante che un sito non obbligato per legge sia accessibile?

Sì, assolutamente. Anche se un sito non rientra tra quelli obbligati per legge, essere accessibile conviene sia da un punto di vista etico che strategico.

Un sito accessibile infatti raggiunge più utenti, inclusi anziani, persone con disabilità temporanee (come un braccio ingessato) o permanenti. Migliora anche i tassi di conversione e l’indicizzazione sui motori di ricerca.

Inoltre, un sito accessibile riduce il rischio di contestazioni legate alla discriminazione o al mancato rispetto di principi generali di equità digitale.

Anticipando questa nuove esigenze e opportunità, Delta Pictures guardando al futuro, ha creato uno script con alcune funzionalità di accessibilità, live sul sito Viaggiare Travel.

Sito Viaggiaretravel.it
Viaggiaretravel.it con script di accessibilità – newsmondo.it

Si può dire che tutto ciò rappresenta è un cambio di paradigma nella costruzione dei siti?

Assolutamente sì. Finora molti siti sono stati progettati pensando solo all’estetica o alla conversione. Ora cambia tutto: l’accessibilità entra nella progettazione fin dall’inizio, come requisito tecnico, legale e funzionale.

È un vero e proprio cambio di mentalità: non si tratta solo di “aggiustare” un sito dopo che è online, ma di costruirlo fin da subito pensando a tutti gli utenti, anche a chi usa tecnologie assistive o ha difficoltà a interagire con i contenuti tradizionali.

Quali sono le sanzioni per chi non si adegua?

Le sanzioni possono essere molto pesanti. La normativa prevede multe fino a 40.000 euro, e nei casi più gravi è possibile il blocco del sito o del servizio da parte delle autorità competenti.

Oltre alle sanzioni economiche, un sito inaccessibile può generare perdita di clienti, danno reputazionale e contenziosi legali.

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ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2025 16:38

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