Secondo la Commissione europea, il patto con l’Albania non viola i diritti europei in quanto “ne è al di fuori”.
La Commissione europea è finalmente intervenuta sull’accordo tra Italia e Albania, in tema migranti. Il punto di vista europeo era infatti atteso per poter porre fine alle molte polemiche, per quanto riguarda la creazione di centri di accoglienza e rimpatrio per immigrati irregolari in due porti sulla costa albanese.
L’accordo “al di fuori dell’Ue”
Ieri la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ha dichiarato che l’accordo non sembra violare il diritto europeo, “perché ne è al di fuori” dell’Unione europea. Questo sta a significare che l’accordo è al di fuori della propria giurisdizione, dal momento che viene applicato “a tutti i soccorsi effettuati da navi italiane in alto mare, ovvero al di fuori delle acque territoriali italiane e quindi europee”.
Quindi, la Commissione non ha alcuna responsabilità su ciò che avviene fuori dal proprio territorio. Un punto a favore per il governo italiano, dopo i tanti commenti che dubitavano sulla fattibilità dell’accordo rispetto alle regole europee.
Secondo il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, infatti, le parole di Johansson confermerebbero “efficacia e lungimiranza della politica migratoria di Giorgia Meloni” e dimostrerebbero che l’accordo “non è in contrasto con il diritto dell’Unione Europea”.
Non proprio una buona notizia…
Tuttavia, il patto tra Italia e Albania nasconde ancora molti punti oscuri su cui il governo non è riuscito a fare chiarezza. L’accordo presentato da Giorgia Meloni, infatti non sembra limitarsi ai soccorsi avvenuti al di fuori delle acque territoriali italiane.
Il piano riguarderebbe solo i migranti soccorsi dalle autorità italiane (ovvero Guardia Costiera, Guardia di Finanza e Marina Militare), che intervengono quasi esclusivamente in acque territoriali italiane, tranne casi rari di pericolo imminente.
Da non sottovalutare quindi anche i problemi logistici del trasporto dei migranti fino all’Albania: sono circa 70 chilometri dalle coste della Sicilia a Shengjin, che richiedono almeno 3 o 4 giorni di navigazione, in aggiunta al percorso compiuto dal luogo del soccorso fuori dalle acque italiane.
Johansson ha comunque precisato che la valutazione delle richieste d’asilo spetterà all’Italia, che “rispetta il diritto europeo” in quanto membro. Anche se in teoria l’accordo resta al di fuori del diritto europeo, nella pratica le leggi italiane in questione sono le stesse dell’Unione Europea.