La difficile trattativa e l’accordo con le Regioni: così riparte l’Italia. A distanza ‘ridotta’

La difficile trattativa e l’accordo con le Regioni: così riparte l’Italia. A distanza ‘ridotta’

Fase 2, l’accordo tra le Regioni e il Governo sulle riaperture. Il Premier Conte ascolta le richieste dei governatori.

Nella giornata del 15 maggio Giuseppe Conte ha avuto la conferma che dal punto di vista politico la fase 2 dell’emergenza coronavirus è decisamente più difficile della fase 1. Il governo ora ha il compito e il dovere di riaprire nella massima sicurezza ma evitando pericolosi strappi con le Regioni e con il mondo del lavoro.

La difficile trattativa sul secondo step della fase 2

Tutti hanno pretese ed esigenze differenti. Lo ha capito bene Conte che sperava di presentare il decreto Riapertura magari nella prima serata del 15 maggio, e invece il confronto con le Regioni si è prolungato e il Consiglio dei Ministri è stato sospeso per ben due volte.

E si è fatta notte, nel vero senso della parola. Le parti sono arrivate a un accordo sul testo del decreto poi approvato in Cdm. Ma questa volta il Presidente del Consiglio ha evitato blitz notturni in stile fase 1 dell’emergenza. L’annuncio slitta, con ogni probabilità, al 16 maggio.

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Le richieste delle Regioni e la trattativa tra i governatori e il premier Conte

Le Regioni avevano alzato le barricate contestando le linee guida per le riaperture dei locali e soprattutto chiedevano regole valide su tutto il territorio. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribaltato la situazione chiedendo ai governatori di produrre un documento unico per tutto il Paese, ovviamente però con la possibilità intervento del governo nel caso in cui la curva dell’epidemia dovesse risalire. E così si trova l’accordo tra Roma e le Regioni. Accordo che a notte fonda passa anche in Consiglio dei Ministri.

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Cosa prevede l’accordo tra il Governo e le Regioni sulle riaperture

L’accordo sulle riaperture limita innanzitutto la responsabilità dei gestori degli esercizi in caso di nuovi contagi. Le conseguenze, nella prima versione del documento, erano pesanti, forse anche troppo. Ora viene ristretto il campo della responsabilità pensale solo per colpa o dolo.

Le Regioni inoltre hanno approfittato dell’occasione riducendo la distanza di sicurezza da tenere all’interno dei ristoranti e da osservare sulle spiagge. Di fatto le linee guida dell’Inail vengono alleggerite in maniera significativa. Vengono depennati i cinque metri di distanza per gli ombrelloni e i due metri di distanza tra i tavoli al ristorante. Scende tutto a un metro di distanza. E probabilmente il Comitato Tecnico Scientifico non avrà fatto propriamente i salti di gioia.

Uno dei nodi più difficili da sciogliere era quello legato agli spostamenti tra le Regioni, che molti governatori volevano anticipare al 18 maggio. Su questo punto passa la linea del governo. Sarà possibile, epidemia permettendo, spostarsi tra le regioni dal prossimo 3 giugno. Inoltre dalla stessa data sarà possibile entrare in Italia dagli altri paesi dell’Ue senza dover fare 14 giorni di quarantena.

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