Vaccini Covid, accordo Ue-Moderna per altre 300 milioni di dosi. Berlusconi e Salvini in pressing per l’ok allo Sputnik.
BRUXELLES (BELGIO) – Accordo Ue-Moderna per altre 300 milioni di dosi del vaccino. Ad annunciare la nuova intesa è stata la commissaria Ue per la salute Stella Kyriakides.
L’aumento della fornitura dovrebbe riguardare il secondo semestre del 2021, ma non sono state date ulteriori informazioni. L’Unione Europea è al lavoro per cercare di aumentare le dosi anche degli altri vaccini per arrivare al 70% delle somministrazioni entro l’estate.
L’Ema pronta a snellire le procedure
Per accelerare l’approvazione dei vaccini l’Unione Europea ha chiesto all’Ema di snellire le procedure. “Ci aspettiamo – ha spiegato Kyriakides, riportata dall’Ansa – che l’Agenzia europea del farmaco fornisca la sua valutazione scientifica su Johnson&Johnson nelle prossime due settimane […]. Le consegne dei vaccini aumenteranno nei prossimi mesi e dobbiamo farci trovare preparati per le vaccinazione di massa […]. E’ necessario che non vi sia alcun intervallo tra le dosi di vaccino consegnate e quelle somministrazione e che nessun vaccino sia inutilizzato“.
Italia in pressing sul vaccino russo
Le pochi dosi a disposizioni e il rischio di nuove chiusure hanno portato l’Italia ad aumentare il pressing sull’Unione Europea sullo vaccino russo. Berlusconi e Salvini hanno chiesto un via libera immediato allo Sputnik per cercare di aumentare le somministrazioni e arrivare il prima possibile all’immunità di gregge.
Anche dallo Spallanzani è arrivata la richiesta di approvare il vaccino russo in tempi brevi. Da parte dell’Ema nessuna intenzione di accelerare i tempi e si rischia una spaccatura all’interno dell’Ue. Sono molti i Paesi che si sono detti pronti a procedere senza l’autorizzazione dell’ente regolatorio europeo.
L’Aifa attualmente frena su questa procedura, ma il premier Draghi nelle prossime settimane potrebbe andare in pressing per chiedere l’approvazione senza il passaggio dell’Ema. E’ alto il rischio, infatti, di una ripresa più lenta rispetto agli altri Paesi in caso di nuovi ritardi.