Addio a Paul Alexander: l’uomo dal polmone d’acciaio

Addio a Paul Alexander: l’uomo dal polmone d’acciaio

Addio a Paul Alexander, il guerriero che ha vissuto nel polmone d’acciaio.

Paul Alexander, noto al mondo come l’uomo dal polmone d’acciaio, ha concluso il suo viaggio terreno il 11 marzo 2024, all’età di 78 anni.

Sopravvissuto alla poliomielite da bambino, Alexander è diventato un simbolo di lotta e resilienza, vivendo quasi tutta la sua vita all’interno di una macchina salvavita. Il Covid-19, purtroppo, ha avuto la meglio su di lui, chiudendo una pagina di storia toccante e di ispirazione.

Paul Alexander: la battaglia contro la poliomielite

Nel 1952, a soli 6 anni, Paul Alexander fu colpito dalla poliomielite, un virus che all’epoca mieteva vittime senza discriminazione, in assenza di un vaccino efficace.

L’infezione paralizzò le sue braccia, le gambe e crucialmente, il diaframma, rendendo impossibile la respirazione autonoma. Fu allora che il polmone d’acciaio divenne la sua nuova casa: un cilindro di metallo da 300 chili che simula la respirazione, sigillato ermeticamente, ad eccezione di un foro per la testa.

Nonostante le sfide, Alexander non si è mai arreso. Ha studiato legge e ha lavorato come avvocato, dimostrando che la forza d’animo può superare le barriere fisiche. La sua “vecchia signora“, come affettuosamente chiamava il polmone d’acciaio, è stata testimone di una vita vissuta con determinazione e coraggio.

Una voce che risuona oltre la malattia

Grazie a TikTok, Paul “Polio” Alexander ha condiviso la sua quotidiana esistenza all’interno del polmone d’acciaio, diventando un influencer per eccellenza.

Il suo profilo ha illuminato gli aspetti meno conosciuti della vita con una disabilità grave, ispirando innumerevoli persone. Attraverso il suo profilo GoFundMe, sostenitori da tutto il mondo hanno potuto contribuire alle sue spese mediche e alla manutenzione del dispositivo che gli ha garantito la vita.

Nelle parole di suo fratello Philip, riportate sulla pagina GoFundMe: “Sono così grato a tutti coloro che hanno donato alla raccolta fondi di mio fratello… Paul, ci mancherai ma sarai sempre ricordato. Grazie per aver condiviso la tua storia con noi“.

La storia di Paul Alexander è un potente promemoria della capacità umana di affrontare avversità inimmaginabili con forza e dignità. “Sono morto quasi mille volte,” confidò Alexander in un’intervista, riflettendo sui numerosi malfunzionamenti della sua macchina salvavita. Tuttavia, fino all’ultimo, ha mantenuto uno spirito indomito, lasciando un’eredità di speranza e ispirazione che continuerà a vivere.