L’addio al reddito di Cittadinanza è un assist alla mafia: ecco perché

L’addio al reddito di Cittadinanza è un assist alla mafia: ecco perché

Sostiene questa tesi il responsabile delle politiche sociali di Libera, un’associazione che da anni combatte contro la malavita.

Le proteste per la cancellazione del reddito di Cittadinanza stanno continuando senza sosta, soprattutto in Campania. Napoli ed il suo circondario, infatti, stanno facendo sentire molto chiaramente la propria voce: molti cittadini, a loro dire, sono stati abbandonati dal governo.

Giuseppe De Marzo, il responsabile delle politiche sociali di Libera – associazione impegnata da anni a lottare contro la malavita – ha rivelato un altro importante problema legato all’addio dell’RdC: “Cancellare il Reddito di cittadinanza espone al ricatto del welfare mafioso“.

Reddito di Cittadinanza

I boss che percepivano il reddito

Al Sud, infatti, c’è necessità seria di un sussidio di qualche tipo perchè, nel caso in cui non sia lo stato a fornire l’aiuto, ci sarà un mafioso. Il reddito di Cittadinanza, per De Marzo, era un deterrente che portava meno “manovalanza” alla malavita.

Ciò che soprende, nel senso opposto, è che in questi anni di RdC anche alcuni importanti boss della mafia abbiano ricevuto il sussidio. Camorristi, affiliati e familiari che ogni mese andavano a ritirare i soldi dello Stato. A gennaio scorso, ad esempio, i carabinieri di Napoli avevano scoperto che le persone vicine ai clan D’Alessandro, De Luca Bossa-Minichini, IV Sistema, Batti, Di Gioia-Papale percepivano regolarmente il reddito di Cittadinanza.

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