Scomparso a Parigi a 90 anni, il filosofo lascia un’eredità di dibattiti e riflessioni, chi era Toni Negri leader di Autonomia Operaia.
L’ex leader di Autonomia Operaia, Toni Negri, figura emblematica del movimento operaio e studentesco italiano degli anni ’60 e ’70, è deceduto a Parigi all’età di 90 anni. Nato il 1° agosto 1933 a Padova, Negri si è distinto come filosofo, politologo e attivista, giocando un ruolo chiave nell’operaismo e in movimenti come Potere Operaio e Autonomia Operaia. La sua teoria del marxismo operaista, che pone l’accento sull’importanza del lavoro nella società capitalistica, ha segnato profondamente il pensiero politico dell’epoca.
Negri è stato anche protagonista di controversie legali negli anni ’80, dovute alle sue attività politiche, che lo hanno portato a trascorrere anni in esilio, principalmente in Francia. Qui beneficiò della ‘Dottrina Mitterand’ sul diritto d’asilo e proseguì la sua carriera accademica in vari atenei.
La trasformazione intellettuale e le opere di Toni Negri
Negri, nel corso degli anni, ha contribuito significativamente alla teoria politica e filosofica. Tra le sue opere più influenti, “Impero” (Rizzoli, 2002), scritto in collaborazione con Michael Hardt, critica la globalizzazione liberista e il moderno imperialismo. Altre opere importanti includono “Moltitudine” (Rizzoli, 2004) e “Comune” (Rizzoli, 2010), che esplorano ulteriormente queste tematiche in un contesto globalizzato.
Arresto e processo: la controversa storia di Negri
Il percorso di Negri è stato segnato dall’arresto durante l’operazione “7 aprile” del 1979, con l’accusa di essere moralmente responsabile di atti di terrorismo. Inclusa l’uccisione di Aldo Moro. Sebbene si sia sempre proclamato innocente, Negri è stato condannato a 12 anni di carcere. Pena che iniziò a scontare nel 1997, dopo anni di esilio in Francia. Dal 1999 ottenne la semilibertà e nel 2003 fu liberato definitivamente.
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha definito Negri un “cattivo maestro“, sottolineando la necessità di valutare la sua figura in tutta la sua complessità. Luca Casarini, ex leader dei Centri sociali del Nordest, ha invece espresso un ricordo affettuoso, definendolo “Maestro” e “Profeta”.
La morte di Negri lascia un vuoto nel panorama intellettuale e politico, con un’eredità che continua a generare dibattiti e riflessioni sulla sua figura e sul suo impatto nella storia contemporanea italiana.