Da fine dicembre, in Europa, la porta USB-C diventa obbligatoria per molti dispositivi elettronici: tutti i dettagli della nuova direttiva.
La scelta dell’Europa di rendere obbligatoria la porta USB-C rappresenta una svolta epocale. L’obiettivo dichiarato della Direttiva 2022/2380 è chiaro: ridurre l’inquinamento da rifiuti elettronici, semplificare l’esperienza utente e promuovere la sostenibilità. Ecco tutti i dettagli.
La nuova direttiva dell’Europa sull’USB-C: tutti i dettagli
L’introduzione di un caricatore universale, come riportato da Smartworld.it, mira a risolvere una delle principali fonti di spreco: i caricatori non compatibili.
Secondo la Commissione Europea, ogni anno i cittadini dell’UE spendono circa 2,4 miliardi di euro per l’acquisto di caricabatterie, di cui solo due su tre vengono effettivamente utilizzati. Questo porta a un accumulo di 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici annuali.
La standardizzazione offre benefici pratici immediati, come l’eliminazione della necessità di acquistare caricatori diversi per dispositivi differenti. Inoltre, con l’obbligo di separare la vendita del caricatore dal dispositivo, si prevede una riduzione di 240 milioni di euro nei costi annui per gli utenti.
La normativa non si limita alla porta fisica, ma estende il suo impatto anche alla velocità di ricarica. Come specificato dalla Commissione europea, le aziende non potranno più limitare ingiustificatamente le prestazioni di ricarica.
I dispositivi esclusi dalla direttiva
Non tutti i dispositivi, aggiunge Smartworld, sono immediatamente coinvolti nella transizione. Per i laptop, ad esempio, l’adeguamento sarà obbligatorio solo dal 28 aprile 2026.
Mntre console come la PlayStation 5, che richiedono un’alimentazione superiore ai 100W, restano escluse per il momento. Più complessa è la situazione dei droni, con l’UE che continua a monitorare il mercato per valutare eventuali modifiche alla normativa.
Un altro elemento di dibattito riguarda i caricatori wireless. Attualmente, la direttiva dell’UE non li include, ma la Commissione Europea ha sottolineato che la questione è all’ordine del giorno