Additivi alimentari e rischio diabete: focus sulle 7 emulsioni più preoccupanti

Additivi alimentari e rischio diabete: focus sulle 7 emulsioni più preoccupanti

Sette emulsionanti sono sospettati di aumentare il rischio di diabete di tipo 2: ecco quali sono e perché è importante fare attenzione.

l legame tra additivi alimentari e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 sta guadagnando attenzione nella comunità scientifica. Un’indagine recente condotta nell’ambito dello studio NutriNet Santé, pubblicata su ‘The Lancet Diabetes & Endocrinology’, ha messo sotto accusa sette emulsionanti presenti in numerosi alimenti ultra-processati. Questi additivi, utilizzati per migliorare aspetto, consistenza e sapore dei prodotti, potrebbero essere fattori di rischio non trascurabili per questa malattia metabolica.

Esame diabete

Gli emulsionanti: cosa sono e dove si trovano

Gli emulsionanti sono sostanze che facilitano la miscelazione di ingredienti polari come acqua e olio, trovando ampio impiego in diversi prodotti alimentari. Da cioccolato a biscotti, gelati, maionese, salse e oli, il loro uso è diffuso nell’industria alimentare per le proprietà che conferiscono ai prodotti finiti. Tuttavia, durante il follow-up di sei-otto anni dello studio citato, l’1% dei partecipanti ha sviluppato diabete di tipo 2, evidenziando un’associazione tra il consumo di questi additivi e l’aumento del rischio di sviluppare la malattia.

I sette emulsionanti sotto accusa

I sette emulsionanti identificati come potenziali fattori di rischio includono: E407 (carragenine totali), E340 (esteri di poliglicerolo di acido ricerolo), E472e (esteri di acidi grassi), E331 (citrato di sodio), E412 (gomma di guar), E414 (gomma arabica), E415 (gomma di xantano). È emerso che questi additivi sono stati consumati principalmente attraverso alimenti come verdure in scatola, frutta sciroppata, torte, biscotti e prodotti lattiero-caseari. Come riportato da adnkronos.com

L’appello degli esperti è chiaro: è essenziale ridurre il consumo di cibi ultra-processati e prestare maggiore attenzione alle etichette. “Come diabetologi, questo studio ha tre conseguenze importanti: la necessità di contenere il consumo di cibi ultra-processati, l’appello ad una maggiore attenzione alle etichette e la necessità di chiedere una regolamentazione più stringente allo scopo di proteggere i consumatori“, come ripreso da Angelo Avogaro, presidente della diabetologia di Sid. Come riportato da adnkronos.com

Mentre si attendono ulteriori ricerche a lungo termine, l’attenzione si sposta sempre più sulla qualità degli alimenti consumati e sulle possibili ripercussioni sulla salute pubblica, specialmente riguardo al crescente numero di casi di diabete di tipo 2 in età giovanile.