Affitti brevi: a settembre arriveranno delle modifiche. Ecco cosa cambierà e come mettersi in regola.
Dal 1° settembre, entra in vigore in tutta Italia il Codice Identificativo Nazionale (Cin) per gli affitti brevi, segnando la fine della fase sperimentale. Le nuove regole mirano a combattere l’abusivismo nel settore turistico nuove sanzioni.
Affitti brevi: i motivi della stretta
A distanza di quasi un anno, torniamo a parlare degli affitti brevi. A partire dal 1° settembre, infatti, il Codice Identificativo Nazionale (Cin) per gli affitti brevi diventa obbligatorio in tutta Italia, mettendo fine alla fase sperimentale. Questa misura riguarda tutte le locazioni di durata inferiore a 30 giorni, comprese quelle offerte su piattaforme come Airbnb e Booking. L’obiettivo principale è contrastare l’abusivismo e garantire una maggiore trasparenza nel mercato delle locazioni brevi. Il Cin è un codice che deve essere esposto in ogni annuncio di affitto breve, sia online che offline.
Chi non si adegua rischia sanzioni pesanti, con multe che possono arrivare fino a 8.000 euro. Questa stretta è stata introdotta per regolamentare un settore in forte crescita, che negli ultimi anni ha visto un boom di affitti brevi, spesso non registrati o in violazione delle normative vigenti. Con l’introduzione del Cin, il governo italiano punta a censire tutte le unità immobiliari destinate a locazioni brevi, riducendo al minimo l’abusivismo e garantendo maggiore sicurezza ai turisti.
Le nuove regole e le sanzioni
Con l’entrata in vigore del Cin, le verifiche sulle locazioni brevi si intensificheranno. Le strutture ricettive avranno due mesi di tempo per adeguarsi, ma dal dicembre 2025 il sistema di sanzioni sarà pienamente operativo. Chi pubblicizza un affitto breve senza il Cin rischia una multa fino a 5.000 euro, mentre chi affitta senza il codice può essere multato fino a 8.000 euro.
Le piattaforme online come Airbnb e Booking, in accordo con il governo, bloccheranno gli annunci privi di Cin, contribuendo a una maggiore trasparenza del mercato. Le verifiche sono già iniziate in alcune regioni durante la fase sperimentale e continueranno a livello nazionale con l’entrata in vigore del codice. La Corte dei Conti ha già avviato controlli utilizzando i dati del sistema “Alloggiati Web” del Ministero dell’Interno, confrontandoli con le dichiarazioni fiscali e le informazioni delle piattaforme di intermediazione.