Aggredito un tifoso della Juventus a Roma

Aggredito un tifoso della Juventus a Roma

Un giovane di 21 anni malmenato e ferito gravemente a causa della sua fede calcistica.

Domenica di Pasqua a Roma, zona Eur, un episodio vergognoso e inquietante ha avuto luogo. Un giovane di 21 anni, tifoso della Juventus, è stato brutalmente aggredito e ferito da due individui solo perché indossava la maglia della sua squadra del cuore. Il quotidiano Il Messaggero ha raccontato l’accaduto in dettaglio. Il ragazzo era appena uscito da un locale quando le due persone gli si sono avvicinate urlando “sporco juventino“.

L’aggressione ha avuto inizio con gli assalitori che gli hanno strappato di dosso la maglia della Juventus, per poi colpirlo al volto con un tirapugni. Il pestaggio ha causato un profondo taglio allo zigomo del giovane, che ha dovuto essere trasportato in ospedale per un intervento maxillo-facciale d’urgenza. La vittima, un 21enne torinese, si trovava a Roma per assistere al match tra Juventus e Lazio.

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La violenza nel calcio

Nel frattempo, la polizia ha avviato le indagini per identificare e catturare gli aggressori. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze dei presenti e prelevato i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona dell’aggressione. Tuttavia, l’indagine si presenta complessa e richiede tempo per arrivare a una conclusione.

Questo episodio evidenzia come la violenza nel mondo del calcio sia ancora una realtà preoccupante e come la passione sportiva possa degenerare in odio e violenza gratuita. È fondamentale che le autorità, le istituzioni sportive e la società civile lavorino insieme per combattere queste dinamiche e promuovere il rispetto e l’inclusione tra i tifosi di tutte le squadre.

Inoltre, è importante che i media continuino a condannare e denunciare episodi di questo genere, affinché la cultura della violenza venga estirpata dal calcio e dallo sport in generale. Solo così si potrà garantire che il calcio rimanga uno strumento di aggregazione e di divertimento per tutti, senza che la passione per una squadra si trasformi in un motivo di discriminazione e sopruso.