Stando a quanto riferito da Coldiretti, è sos agricoltura in Italia. Il prezzo della frutta raddoppia: la dieta mediterranea è a rischio.
A lanciare l’allarme è l’azienda Coldiretti, che annuncia un raddoppiamento dei prezzi per quanto riguarda l’agricoltura italiana. A determinare i rincari sono le recenti situazioni verificatesi a livello globale. In primis la pandemia da Covid, che ha inflitto un duro colpo alle attività ed alle esportazioni.
A seguire il periodo di siccità che ha preso piede a livello globale nel 2022, ed infine lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Questa, oltre a ridurre le esportazioni, ha anche determinato un aumento generalizzato dei costi di produzione.
Il vertice a Berlino
Secondo quanto riferito da Coldiretti, i costi di produzione sono aumentati fino a +119%. A subire la stangata sono le aziende agricole italiane. I dati Crea sono stati resi noti a Fruit Logistica di Berlino. Si tratta di un incontro volto a discutere l’aumento dei costi di produzione dell’agricoltura italiana. All’evento ha presenziato anche il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Coldiretti riferisce: “L’impennata dei costi di produzione ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale – rileva Coldiretti – dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi. Gli incrementi non hanno risparmiato neppure la plastica per le vaschette, le retine e le buste, la carta per bollini ed etichette, il cartone ondulato come il legno per le cassette, mentre si allungano anche i tempi di consegna. Aumenti che sono stati per la maggior parte assorbiti dalle imprese agricole stesse – nota Coldiretti -, aumentando le difficoltà del settore, con quasi un produttore di ortaggi su cinque (19%) che ha addirittura lavorato in perdita.”
E continua: “Ma a pesare è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere – continua Coldiretti -, con l’ortofrutta Made in Italy stretta nella morsa del protezionismo da un lato e del dumping economico e sociale dall’altro.”
Secondo il direttore dell’azienda, “È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute, secondo il principio di reciprocità”.