Di Battista a processo per aver diffamato il figlio di Genovese

Di Battista a processo per aver diffamato il figlio di Genovese

Di Battista a processo per aver diffamato il figlio di Genovese. Il leader M5s aveva definito le Regionali siciliane del 2017 ‘inquinate’.

MESSINA – Alessandro Di Battista a processo per aver diffamato il figlio di Genovese. Il gip nella giornata di venerdì 29 novembre ha chiesto l’imputazione coatta per uno dei big del M5s. Nelle prossime ore la Procura di Messina dovrà formulare la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’imputato.

Un processo destinato a durare diversi mesi. In caso di condanna, infatti, Dibba potrebbe ricorrere in secondo e in terzo grado per riuscire a ottenere l’assoluzione. Dall’altra parte le intenzioni sono molto simili se i giudici non dovessero riconoscere la colpevolezza di uno dei senatori del partito guidato da Luigi Di Maio.

La frase incriminata

La querela è stata presentata da Luigi Genovese dopo le dichiarazioni rilasciate da Di Battista ai microfoni di ‘Di Martedì’. “Le elezioni siciliane – aveva detto uno dei leader M5s – sono state inquinate. Io ho conosciuto siciliani che mi dicevano di essere del nostro partito ma non potevano non votare Genovese altrimenti perdo il posto di lavoro“.

Parole che hanno portato all’esposto in Procura da parte del deputato nei confronti di Dibba. Il gip ha deciso di non archiviare la posizione dell’ex deputato che ora è in attesa della decisione dei magistrati per saperne di più sulla sua posizione.

fonte foto https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/

Chi è Luigi Genovese

Luigi Genovese è uno dei politici più conosciuti in Sicilia e attualmente deputato regionale. Una carriera politica nata anche grazie all’esperienza del padre Francantonio. Quest’ultimo è stato deputato nazionale prima del PD e poi di Forza Italia, condannato in secondo grado per lo scandalo sulla formazione regionale.

Le dichiarazioni di Di Battista non sono piaciuti a padre e figlio che hanno presentato una denuncia nei confronti dell’esponente pentastellato. La vicenda ora si sposta in aula di un Tribunale.

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