Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha parlato di alcuni degli argomenti caldi dell’attualità politica italiana ed internazionale.
Dopo gli insulti e le minacce ricevute di recente, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è tornato a parlare nel corso di una intervista molto interessante al Corriere della Sera. Il numero uno della Cultura, arrivato al posto di Sangiuliano dopo il “famoso” scandalo, ha affrontato diversi argomenti dell’attualità politica italiana ed internazionale ma anche aspetti curiosi che lo riguardano da molto vicino.

Alessandro Giuli e la nomina a ministro della Cultura
Nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, Alessandro Giuli ha raccontato in che modo sia venuto a conoscenza dell’intenzione della Premier Meloni di farlo Ministro della Cultura dopo il caso Sangiuliano: “Leggevo che sui giornali si faceva il mio nome ma nessuno mi aveva cercato. Poi, a un certo punto, nell’unico giorno della mia presidenza che mi ero presentato a lavoro al Maxxi senza giacca e cravatta, mi arriva un messaggio di Giorgia. Testo: ‘Puoi parlare?’. Dopo sono corso a casa a cambiarmi”.
Giuli ha fatto anche chiarezza sulle presunte reazioni di FdI dopo la sua nomina a ministro: “Se qualcuno mi ha fatto la guerra? No, nessuna guerra dal partito, semmai da qualche ultrà… Ho le spalle larghe fisicamente, intellettualmente e culturalmente. E soprattutto un petto che è stato messo al servizio della causa della destra prima ancora che nascesse Fratelli d’Italia”, ha precisato.
Da Elon Musk all’opposizione e l’imitazione di Crozza
Tra i vari passaggi dell’intervista, a Giuli è stato domandato un pensiero su Elon Musk ed in particolare se l’imprenditore gli faccia paura o se, invece, lo affascini. La risposta è stata chiara: “Mi affascina perché rappresenta l’elemento caratteristico, ma ancora contemporaneo, della vecchia America: quel mix di gigantismo e infantilismo con cui una volta gli americani conquistavano il West e adesso puntano allo spazio. Mi riferisco a quella punta di infantilismo che spesso li fa uscire dai canoni del galateo diplomatico, che li fa esondare nelle politiche degli altri Paesi senza spesso neanche capire che materiale elettorale maneggiano. Anche qui, in fondo, sono dei geni; e come dicevo per Trump all’inizio, sono gli unici geni americani che abbiamo a disposizione in questo momento”.
Rispondendo ad una domanda su Trump e l’America, Giuli ha aggiunto: “Se fossi all’opposizione del governo Meloni, invece di sbraitare penserei che l’attuale classe dirigente americana è l’unica che abbiamo a disposizione. E, di conseguenza, l’unica con cui siamo obbligati a trattare”.
Infine, una chicca divertente che lo riguarda da molto vicino e che fa riferimento alla simpatica imitazione di Crozza nei suoi confronti. “Mi era piaciuta tantissimo. Perché, oltre a ringiovanirmi, mi dava un’idea aggraziata quasi fino all’effeminatezza”, ha detto Giuli.