La decisione della Corte d’Assise d’appello di Milano sul caso di Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti la figlia Diana.
Farà molto discutere la decisione della Corte d’Assise d’appello di Milano sul caso Alessia Pifferi, la donna che ha fatto morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi. Dopo le varie discussioni, con tanto di commento della nota criminologa Roberta Bruzzone, ecco la sentenza: niente ergastolo ma addirittura pena ridotta a 24 anni.

Alessia Pifferi: niente ergastolo per la morte della figlia Diana
Cambia tutto nel caso di Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti la sua figlioletta di 18 mesi, Diana. Per lei è stato cancellato l’ergastolo inflitto in primo grado. La Corte di assise di appello di Milano ha condannato a 24 anni di reclusione la Pifferi, dopo i fatti di abbandono della sua bimba poi morta avvenuto nel luglio 2022.
La richiesta e il cambio di pena
In mattinata, la procura generale di Milano aveva chiesto di confermare il carcere a vita per la donna, in quanto “pena congrua”. Da quanto riportato da diversi media tra cui AGI, l’avvocato Lucilla Tontodonati nella sua requisitoria ha ribadito, infatti, la piena capacità di intendere e volere dell’imputata. Dal giorno dopo in cui la madre ha lasciato la piccola di 18 mesi “si rappresenta con conseguenze certe o comunque altamente probabili che sua figlia possa avere lesioni gravi in quello stato o la morte”.
Al netto di questo, la pena è stata ridotta rispetto al primo grado, in cui era stata condannata all’ergastolo. Per la Pifferi, quindi, 24 anni di reclusione con l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. Una decisione destinata a far parlare e a smuovere indubbiamente anche l’opinione pubblica vista anche la vittima, una piccolissima bimba di soli 18 mesi lasciata un’ìntera settimana da sola senza possibilità di nutrirsi.