Fa parlare il caso di Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio di sua figlia Diana, lasciata morire di stenti. L’ultima rivelazione è shock.
Ha parlato in tribunale Alessia Pifferi, la donna accusata dell’omicidio di sua figlia Diana, morta di stenti a soli 18 mesi. La 37enne ha risposto alle domande del pm raccontando, ancora una volta, la sua versione dei fatti e sottolineando come fosse spaventata da quello che oggi è il suo ex compagno.
Un uomo per la quale, a quanto pare, lei era disposta a tutto. Anche a prostituirsi. Le nuove rivelazioni, confermate dalla legale della donna, lasciano davvero senza parole.
Alessia Pifferi si prostituiva per fare un regalo al compagno
Durante l’ultima udienza in tribunale, la Pifferi, accusata di omicidio volontario pluriaggravato della figlia di 18 mesi, lasciata morire di stenti, ha raccontato come fosse impaurita dal compagno e di come sia stata condizionata da questi suoi timori.
A far meglio luce sulla vicenda anche la legale della Pifferi, Alessia Pontenani, che a Fanpage ha spiegato: “Lui non ha capito. Era convinto che lei facesse la neuropsichiatra infantile. La Pifferi ha detto che lui la trattava male. Ma bisogna capire cosa vuol dire per lei essere trattata male”.
Nell’ottica di cercare di spiegare questo rapporto tra la donna e l’uomo, l’avvocata ha detto che la sua assistita era disposta a tutto. A conferma di questo la dichiarazioni, in aula di Tribunale, da parte dell’imputata che ha ammesso che si era prostituita tre volte per avere i soldi per fare un regalo al compagno.
“Lei ha dichiarato che lo ha fatto solo ed esclusivamente per permettersi un giro in limousine per il suo compagno, perché sperava così che l’avrebbe sposata”, la rivelazione della legale della donna che sottolinea una instabilità mentale chiara da parte della imputata.
Anche lo psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa, ha tenuto a sottolineare come la situazione tra la donna e l’ex compagno abbia influito su tutta la situazione. Secondo l’esperto questi alti e bassi della coppia “avevano generato in lei periodo di fatica e vuoto e questo ha rafforzato la sua instabilità, non consentendole di avere comportamenti adeguati”.