Alessia Pifferi, l’orribile dettaglio sulle videochiamate mentre lasciava morire la figlia

Alessia Pifferi, l’orribile dettaglio sulle videochiamate mentre lasciava morire la figlia

Nuovi dettagli sul caso Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti la figlia Diana. Parla l’avvocato di sua madre e sua sorella.

Molto presto potrebbe esserci l’udienza decisiva per il caso Alessia Pifferi, la donna che ha lasciato morire di stenti sua figlia Diana, di 18 mesi. A Fanpage, l’avvocato Emanuele De Mitri, legale della madre e della sorella dell’imputata, nonché nonna e zia della defunta bambina, ha svelato alcuni dettagli importanti della vicenda, sottolineando come ci si aspetti l’ergastolo per la donna.

Alessia Pifferi, il dettaglio delle videochiamate

Riguardo la salute mentale della Pifferi, specie da bambina, l’avvocato della madre e della sorella dell’imputata ha voluto fare chiarezza: “La madre di Alessia Pifferi, la signora Assandri, ha accompagnato la figlia due volte dallo psicologo, ma non c’era un piano di intervento psicologico, c’era soltanto una richiesta di attenzionare la bambina perché aveva un carattere chiuso, aveva difficoltà di inserimento e difficoltà di apprendimento. Quindi le sedute si sono interrotte perché non era vista più la necessità”.

Terribile il dettaglio svelato, poi, riguardo il periodo in cui la donna, di fatto, stava impedendo al resto della famiglia di conoscere il vero stato della piccola Diana: “A luglio 2022 Alessia Pifferi impediva le videochiamate con la nonna, videochiamate che in precedenza venivano effettuate sempre”, ha sottolineato l’avvocato. “Stranamente, diciamo da quando aveva ripreso a frequentare la casa del compagno di Leffe, alla richiesta della nonna di fare le videochiamate con la bambina, Alessia Pifferi diceva che in quel momento non poteva farle”.

Per il legale “tutto questo è documentato”. E ancora: “Come poteva la famiglia pensare che la bambina invece stava da sola in casa? Ricordiamoci che la Alessia Pifferi che ha commesso il reato non è la Alessia Pifferi che voi vedete adesso in aula, adesso è un’altra persona”.

La richiesta d’ergastolo

Il legale ha tenuto a sottolineare come l’imputata che si sta mostrando in un determinato modo in aula non sia la stessa persona dei fatti: “Ma secondo voi è la stessa persona che concordava le prestazioni sessuali con altri soggetti? È la stessa persona che chiedeva di avere dei rapporti sessuali in tre anche davanti alla bambina? È la stessa persona che programmava con l’autista la limousine? È la stessa che prenotava le cene per il compagno? È la stessa persona? Chiediamocelo. Quale delle due finge?”.

In questo senso, De Mitri si è detto assolutamente d’accordo con la richiesta di ergastolo del pm De Tommasi: “La famiglia da me rappresentata si aspettava questa richiesta. Anche noi abbiamo l’idea che ci deve essere una pena esemplare […]. Nel caso non dovesse esserci l’ergastolo, comunque, credo che, salvo sentenze un po’ particolari, la famiglia non farà appello”.

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