Alfa 8C: la berlinetta che dominò il mondo delle corse negli anni Trenta
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Direttore: Alessandro Plateroti

Alfa 8C: la berlinetta che dominò il mondo delle corse negli anni Trenta

Alfa 8C

Grazie ad un innovativo 8 cilindri, l’Alfa 8C fece incetta di successi in prestigiose corse automobilistiche quali la 24 ore di Le Mans e la Targa Florio.

L’Alfa 8C è uno dei modelli di auto più famosi dell’Alfa Romeo. È stata prodotta dal 1931 al 1939, in diverse varianti, sia stradali che da competizione. La dicitura ‘8C’ è stata poi ripresa dall’Alfa negli anni Duemila per il lancio del modello ‘C8 Competizione’. La 8C, nata anzitutto per la competizione in gara, raccoglierà numerosi successi, concentrati quasi tutti nella prima metà degli anni Trenta, quando si aggiudicò diverse gare di grande prestigio.

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Il motore Alfa 8C

Una delle caratteristiche di spicco dell’Alfa Romeo 8C era il motore, progettato da Vittorio Jano, che rappresentò un modello di eccellenza per l’epoca. Il progettista piemontese mise a punto un propulsore da 8 cilindri in linea da 2.336 cc di cilindrata, costituito sostanzialmente da due blocchi da 4 cilindri realizzati in lega leggera: una soluzione che permetteva di risolvere i problemi relativi alla lunghezza degli assi a camme e dell’albero a gomiti. Il comando della distribuzione venne realizzato a doppio albero a camme posto al centro dei due gruppi di cilindri mentre l’alimentazione venne affidata ad un carburatore invertito Memini SI 42P e ad un compressore volumetrico a due lobi. Il nuovo 8 cilindri, inoltre, manteneva lo stesso rapporto alesaggio corsa (65 x 88 mm) del motore 6C 1750 ma era in grado di erogare una potenza massima pari a 142 CV.

Il propulsore, che verrà successivamente potenziato, era del tipo anteriore longitudinale, a trazione posteriore, abbinato ad un cambio a quattro marce e ad una frizione a dischi multipli a secco.

Da un punto di vista meccanico, l’Alfa Romeo 8C era assemblata a partire da un telaio a longheroni e traverse in acciaio; aveva una lunghezza che sfiorava i 4 metri e mezzo (4.470 mm), le carreggiate di 1.380 mm e una massa a vuoto di 1.200 kg.

L’Alfa Romeo 8C 2300 (1931 – 1935)

La prima versione del modello è l’Alfa Romeo 8C 2300, la cui denominazione indica il valore della cilindrata. Venne costruita anzitutto per essere impiegata in contesti agonistici, infatti viene spesso identificata come ‘Spider Corsa’. In base al tipo di gara, l’Alfa produsse versioni leggermente differenti: quelle a passo lungo (3.100 mm) destinate a gare tipo la 24 ore di Le Mans, quelle a passo corto (2.750 mm) per le corse su strada e gli allestimenti ‘Monza’ (passo da 2.650 mm) in conformità alla categoria Grand Prix.

Il battesimo di fuoco della nuova berlinetta avvenne nel 1931 proprio a Le Mans. Per l’occasione, l’Alfa realizza delle speciali torpedo a quattro posti (sul telaio a passo ‘lungo’) con carrozzeria realizzata dalla Carrozzeria Touring di Milano, e incrementa la potenza del motore portandola a 155 CV.

I riscontri dalla pista sono estremamente positivi. La prima metà degli anni Trenta vede l’Alfa 8C fare incetta di vittorie, sia in campo nazionale che internazionale. La vettura, infatti, trionfa per tre edizioni consecutive (1931-33) nella prestigiosa corsa Targa Florio, nelle mani di Tazio Nuvolari prima e Antonio Brivio poi.

Anche a Le Mans, l’Alfa si impone fin da subito. Nel 1931, grazie al team Howe – Birkin, interrompe il monopolio Bentley che durava dal 1927, raccogliendo il primo di quattro successi consecutivi. L’Alfa infatti, bissa la vittoria un anno più tardi con Sommer e Chinetti, nel 1932. Poi si ripete con Sommer e Nuvolari nel 1933 (che utilizzarono la versione a passo corto ‘Monza’) e ancora con Chinetti ed Étancelin nel 1934, anno dell’ultimo successo dell’Alfa nella manifestazione.

Alfa 8C
Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/newhdcarswallpaper/16583596239

Le versioni successive

Nel 1933, l’Alfa Romeo equipaggiò la 8C con un motore più potente, mutuato dall’Alfa P3, che aveva una cilindrata di 2.600 cc (da qui, la denominazione Alfa Romeo 8C 2600). Una versione ulteriormente potenziata, che rappresenta l’ultima evoluzione del modello, venne realizzata nel 1938 e prese il nome di Alfa Romeo 8C 2900B Le Mans, in quanto destinata a prendere parte alla prestigiosa corsa francese. Ciononostante ne venne realizzata anche una versione stradale, di grandi dimensioni e con interni di pregio.

Come si intuisce dal nome stesso, la cilindrata venne ulteriormente incrementata. Il motore di questa ultima versione della 8C era un 8 cilindri sovralimentato (tramite doppio compressore a lobi) da 2.926 cc, in grado di sviluppare 220 CV di potenza. La carrozzeria venne realizzata dalla Touring di Milano, utilizzando tubi d’acciaio rivestiti di alluminio mentre finestrini e lunotto vennero fabbricati in plexiglas.

L’Alfa Romeo C8 Competizione

Al di là della sigla ‘8C’, l’Alfa Romeo Competizione non ha alcun punto di contatto con il celebre modello degli Anni Trenta, se non quello di essere anch’essa un modello di berlinetta. Progettata dal designer tedesco Wolfgang Egger, viene presentata – sotto forma di concept – nel 2003, in occasione del Salone dell’Auto di Francoforte. La produzione inizierà soltanto quattro anni più tardi e terminerà nel 2011.

L’Alfa Rome C8 Competizione è una coupé da due posti a due porte; è lunga 4.380 mm, è larga 1.890 mm ed è alta 1.340 mm; ha un passo di 2.645 mm, la carreggiata anteriore misura 1.610 mm mentre quella posteriore 1.580 mm.

L’auto è spinta da un propulsore Ferrari F136, un motore (a disposizione longitudinale) a 8 cilindri ad architettura a V di derivazione Ferrari-Maserati. Realizzato in alluminio, ha una cilindrata di 4.691 cc, sfrutta una distribuzione a doppio albero a camme ed è in grado di erogare una potenza massima di 450 CV ad un regime di 7.000 giri al minuto. Per ciò che concerne le prestazioni, l’Alfa C8 Competizione tocca una velocità di punta di 292 km/h ed è in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 4.2 secondi. Il motore è abbinato ad un cambio sequenziale a sei rapporti con differenziale autobloccante. La carrozzeria è realizzata a partire da una scocca in carbonio, allestita su di un telaio di acciaio, per una massa a vuoto di 1.585 kg (con una distribuzione 51/49 sul posteriore)

Nel 2008, nel corso del Salone dell’Auto di Ginevra, ne è stata presentata una versione Spider, realizzata dalla Carrozzeria Marazzi. Equipaggiata con lo stesso V8, la spider è più pesante della versione coupé (90 kg in più) ed è stata prodotta, a partire dal 2009, anch’essa in una serie limitata di sole 500 unità. Ovviamente, trattandosi di un’auto esclusiva, il prezzo (oltre 160.000 euro) non è certo accessibile a tutte le tasche.

Fonte immagine: https://www.flickr.com/photos/chriswevers/15201478025/sizes/l

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ultimo aggiornamento: 28 Maggio 2018 16:03

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