Alitalia adesso dovrà dare indietro all’Italia i soldi che le sono stati prestati nel 2019, maggiorati degli interessi.
Secondo quanto annunciato dalla Commissione Ue, il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso ad Alitalia nel 2019 rappresenta un “aiuto di Stato illegale”. Dal momento che il prestito non è mai stato rimborsato, l’esecutivo Ue chiede che la compagnia restituisca all’Italia quella somma, maggiorata degli interessi.
In quanto, di fatto, la successione di Ita Airways nel settembre del 2021 abbia acquisito solo una parte degli asset di Alitalia e non la parte economica, la nuova compagnia non è tenuta a rimborsare alcuna somma. Sebbene nel 2017 la compagnia aeroportuale fu posta sotto processo, ha continuato ad operare come compagnia aerea.
I prestiti ad Alitalia
Sono state due le somme prestate ad Alitalia dal Governo, rispettivamente nel 2017 e nel 2019. La prima di 900 milioni di euro e la seconda di 400 milioni di euro, ma questi prestiti non sono mai stati rimborsati. Così nel 2018 la Commissione ha avviato un’indagine per stabilire se il primo prestito fosse conforme alle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato.
Nel febbraio 2020 poi è stata avviata un’indagine formale per stabilire se anche il prestito di Stato aggiuntivo di 400 milioni di euro fosse in linea con le norme dell’Ue sugli aiuti di Stato. Tuttavia, nel 2021 è stato stabilita l’illegalità delle somme versate dallo Stato italiano.
Dal momento che Alitalia ha già beneficiato di aiuti precedentemente, il nuovo prestito violerebbe l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione. Sulla base di ciò, è stato stabilito che il prestito ha conferito ad Alitalia “un ingiusto vantaggio economico rispetto ai suoi concorrenti sulle rotte nazionali, europee e mondiali”, che costituiva un aiuto di Stato incompatibile.