Gli agenti avevano immobilizzato la 39enne prima che scagliasse per terra una statua: adesso si trovano indagati per omicidio.
E’ quanto accaduto la mattina del 3 novembre scorso a Vigevano, in provincia di Pavia. Mentre si trovava nella chiesa della Madonna Pellegrina, in attesa dell’inizio di un funerale, la 39enne Marinela Murati è morta stroncata da un improvviso malore. Sotto accusa due vigili della polizia locale, indagati per omicidio colposo.
![Chiesa](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2020/09/SH_chiesa_banchi.jpg)
La morte improvvisa di Marinela Murati
Facciamo qualche passo indietro per fare maggiore chiarezza sulla vicenda avvenuta nella chiesa di Vigevano. I due agenti sono intervenuti quando Marinela Murati ha iniziato ad andare in escandescenza, urlando “Allah Akbar” (che significa “Allah è grande”).
La donna aveva cercato di prendere la statua di una Madonna per scagliarla a terra. E’ in quel momento che, chiamati dal sacerdote, i poliziotti l’hanno bloccata prima del folle gesto, ammanettandola. Ma improvvisamente la 39enne si è accasciata a terra per un malore.
Murati è stata soccorsa dagli operatori del 118, che l’hanno subito trasportata in ambulanza all’ospedale di Vigevano. La donna però è morta all’arrivo in pronto soccorso.
Indagati i due agenti
La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta a seguito della morte di i Marinela Murati, accisando i due agenti di omicidio colposo.
Intanto, si attendono i risultati dell’autopsia sul corpo della 39enne, che verrà eseguita all’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia. L’esame è previsto per mercoledì 8 novembre, come anche gli esami tossicologic, per stabilire se la donna avesse assunto sostanze stupefacenti.
Dai filmati e da alcune testimonianze dei presenti, si evince che la donna abbia avuto degli attacchi isterici a causa di alcuni problemi psichiatrici. Poco prima del funerale, infatti, era entrata in chiesa urlando frasi sconnesse, e pregando in ginocchio sul tappeto destinato al feretro. Aveva invocato più volte in nome di Allah.