La Banca Centrale Europea mette in guardia da possibili nuove tempeste finanziarie. Se la situazione peggiorasse altre banche potrebbero seguire la sorte del Credit Suisse.
Arriva dalla BCE un nuovo avvertimento per la stabilità finanziaria del sistema bancario europeo. A meno di 3 mesi dalla crisi che ha investito Credit Suisse e in parte Deutsche Bank, la Banca Centrale Europea ha lanciato un nuovo monito. Il momento difficile delle banche non è passato, anzi. Un inaspettato deterioramento delle condizioni economiche e una ulteriore stretta finanziaria potrebbero scatenare nuove situazioni di crisi.
Il rapporto semestrale della BCE mette in guardia sulla solidità delle banche
L’allerta della Banca Centrale Europea è riportato nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria. La BCE riconosce che le banche europee sono abbastanza solide e hanno mostrato un alto grado di resilienza nelle crisi recenti. Tuttavia una ulteriore stretta dei tassi potrebbe fare emergere nuove vulnerabilità. Se l’inflazione non dovesse scendere e i tassi di interesse dovessero continuare a salire, ci potrebbero essere conseguenze negative sulla crescita economica. Questa potrebbe essere aggravata da una ulteriore stretta del credito verso famiglie e imprese peggiorando ulteriormente lo scenario.
Un ulteriore rialzo dei tassi potrebbe aggravare la vulnerabilità del sistema finanziari
Paradossalmente la stretta del credito, effettuata dalle banche per ridurre i rischi, potrebbe invece ampliarli. Infatti famiglie e imprese potrebbero trovarsi nella condizione di non potere rimborsare i prestiti ricevuti. Secondo la Banca Centrale Europea ci sono già segnali di deterioramento della qualità dei prestiti. Questi iniziano a manifestarsi nel credito verso il settore immobiliare commerciale, ma anche verso imprese e perfino nel credito verso le famiglie.
Buone notizie per l’Italia sul fronte inflazione e crescita economica
Per fortuna l’inflazione inizia a dare segnali di rallentamento anche in Italia. A maggio il costo della vita si è attestato al 7,6% su base annua contro un 8,2% di aprile. Il calo è dovuto soprattutto ad un rallentamento della corsa dei prezzi dei beni dell’energia. Si è avuta anche una frenata, ma ridotta, dei beni legati al carrello della spesa. Buone notizie per l’Italia arrivano anche dal PIL, che nel primo trimestre è salito dello 0,6%. Su base annua il Prodotto interno lordo è aumentato dell’1,9%