Allarme benzina, tre giorni di scioperi nelle autostrade
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Direttore: Alessandro Plateroti

Allarme benzina, tre giorni di scioperi nelle autostrade

pompe di benzina

La protesta dei gestore degli impianti autostradali dal 13 al 16 dicembre, perché rischiamo di restare senza benzina?

I servizi autostradali di benzina potrebbero causare qualche intoppo generale a chi dovrà viaggiare, soprattutto per lavoro, durante i tre giorni che vanno dal 13 al 16 dicembre. Le organizzazioni del setore protesteranno contro il decreto che ancora circola negli ultimi giorni, e che potrebbe congelare tutte le assegnazioni. Un problema che non nasce dall’oggi al domani, ma che è esploso in un Boom improvviso solo adesso.

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Le Organizzazioni di categoria dei Gestori degli impianti autostradali hanno annunciato tre giorni di sciopero in cui chiederanno di essere ascoltati. A partecipare saranno, dalle ore 22 di martedì 13 dicembre fino alle 22 di venerdì 16 dicembre, Faib, Fegica ed Anisa. In questi giorni, quindi, i servizi autostradali resteranno chiusi e si rischia di restare senza carburante.

Le cause della protesta

La richiesta che viene fatta è di intervenire con un nuovo decreto sulle concessioni autostradali, in sostituzione della bozza di Decreto Interministeriale della scorsa legislatura. “Il 7 agosto del 2020 è scaduto il precedente decreto sulle concessioni, che poi non è stato rinnovato a causa della pandemia, congelando di fatto tutte le assegnazioni”, spiega Antonino Lucchesi, presidente Faib autostrade.

“Lo scorso 31 ottobre dovevano uscire le nuove regole – continua Lucchesi – ma questo non è avvenuto, motivo per cui ad oggi noi non possiamo sapere come andrà a finire. Ci spaventa il fatto che, nella bozza circolata negli ultimi mesi, noi non esistiamo completamente”.

Prima con la norma sull’accorpamento del 2015 che ha provocato la rinuncia di 120 aree di servizio, quelle meno redditizie. Poi la lotta contro i prezzi che non sono diminuiti, ma per cui c’è stata soltanto la sostituzione dei gestori, con le aree di servizio che sono passate sotto il controllo delle società che si occupano della ristorazione. “Per il nuovo decreto avevamo chiesto che non ci fossero più accorpamenti e che venisse rispettata la continuità gestionale”.

E poi gli altri problemi…

In questo scenario di incertezza esiste anche il problema delle royalty: “Negli ultimi 10 anni i volumi sono passati da 4 miliardi di litri erogati in un anno a meno di 900 milioni. Per quanto riguarda i prezzi, gli aumenti non fanno che peggiorare anche la nostra attività. Essendo i gestori pagati con un prezzo fisso al litro, per noi non cambia nulla anzi, ci guadagniamo di più se il prezzo è più basso. Inoltre, le royalty che le società pagano sono altissime e vengono scaricate sul prezzo finale, che quindi tende ad essere superiore a quello fuori dall’autostrada”, dichiara Lucchesi.

Senza tralasciare poi le bollette che sono passate da 2.200 euro mensili fino a 9mila euro, nonostante il consumo non sia cambiato. I rifornimenti di benzina restano aperti anche durante la pandemia, ogni giorno 24h su 24h. Gli aiuti governativi non sono stati in grado di pareggiare le perdite. Infine c’è anche il problema della transizione elettrica: “Noi chiediamo di diventare ‘gestori della mobilità’, erogando gpl, benzina o elettricità”.

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ultimo aggiornamento: 5 Dicembre 2022 17:38

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