L’adozione dell’intelligenza artificiale in vari settori potrebbe mettere a rischio 300 milioni posti di lavoro ma creare altre opportunità.
L’Intelligenza artificiale sta prendendo piede molto in fretta ma oltre all’entusiasmo e alla curiosità si sollevano le prime preoccupazioni. Il mondo del lavoro sta cambiando, prima è arrivata la spinta verso lo smart working imposto dalla pandemia poi ora sta per arrivare una nuova rivoluzione portata dallo sviluppo di tecnologie di IA sempre più avanzate.
Secondo una ricerca di Goldman Sachs l’adozione dell’intelligenza artificiale potrebbe colpire molti settori e mettere a rischio oltre 300 milioni di posti di lavoro. Tuttavia, si apriranno nuove opportunità e nuovi orizzonti. Quelli ad essere più colpiti, secondo lo studio, saranno operatori di cassa, commessi e impiegati amministrativi. Non solo, ma anche contabili e avvocati.
Una stima prevede che questa rivoluzione dovrebbe avvenire nei prossimi 7 anni a causa della diffusione dell’intelligenza artificiale. Le professioni che sono più in pericolo sono quelle che richiedono competenze ripetitive e di routine, i lavori manuali ma anche quelli altamente specializzati.
Sempre secondo lo studio, però, l’IA potrebbe portare a una crescita del PIL globale del 7% nei prossimi 10 anni, creando nuove opportunità di lavoro in altri settori.
L’IA non sostituirà l’uomo nel lavoro ma lo alleggerirà
Non si deve temere, quindi, che l’intelligenza artificiale possa soppiantare completamente l’uomo, anzi, potrebbe creare nuovi lavori. Gli esperti prevedono che l’IA possa aumentare la produttività e migliorare i processi aziendali, offrendo alle aziende un vantaggio competitivo. Lo studio “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth“ evidenzia gli effetti dell’intelligenza artificiale sulla crescita economica a livello mondiale.
Goldman Sachs conclude sottolineando che la combinazione di significativi risparmi sul costo del lavoro, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della produttività possa dare luogo a un boom della produttività che incrementerà in modo sostanziale la crescita economica.
Gli autori stimano che “circa due terzi dei posti di lavoro” negli Stati Uniti e in Europa possono essere sottoposti a automazione e questo potrebbe sollevare i lavoratori del 50% del lavoro quotidiano aumentando il tempo libero a disposizione.
Infine, per evitare un impatto negativo sui lavoratori, molti esperti suggeriscono di investire nella formazione e nello sviluppo di competenze specializzate che possano adattarsi all’evoluzione del mercato del lavoro.