Allarme migranti: “Barcone in difficoltà”

Allarme migranti: “Barcone in difficoltà”

L’allarme della Ong degli avvistamenti in mare Alarm Phone su un barcone in difficoltà con cui aveva perso i contatti.

La ong creata da una rete di attivisti per allertare i soccorsi in mare, Alarm Phone, ha lanciato l’allarme su un barcone in difficoltà. “Più di 24 ore dopo il nostro avviso iniziale alle autorità, sono esausti e ancora in mare, a combattere il vento e le condizioni meteorologiche avverse. Esortiamo le autorità a coordinare un salvataggio il prima possibile e portare le persone in salvo in Italia!” hanno allertato aggiornando sulle condizioni dell’imbarcazione alla deriva.

Gli attivisti avevano perso momentaneamente i contatti con le 47 persone a bordo del barcone. “La cosiddetta guardia costiera libica ci ha detto che le autorità italiane avrebbero coordinato i soccorsi ma non danno alcuna informazione. Le persone devono essere salvate e portate in salvo in Europa ora”, è l’appello scritto nella notte da Alarm Phone. Questa mattina ha ripreso i contatti con le persone sul barcone.

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Allerta delle Ong: barcone alla deriva e condizioni meteo pericolose

Le condizioni meteo erano “estremamente pericolose” ha avvisato la Ong. Lo stesso allarme è stato rilanciato anche da Mediterranea Saving Humans e da Sea Watch. Alarm Phone ha spiegato che il mercantile Basilis L era in viaggio verso l’imbarcazione in difficoltà ma si temeva che le persone sarebbero state riportate in Libia. ”Devono essere portati in un luogo sicuro, non nelle terribili condizioni della Libia”, ha scritto la ong aggiungendo “le persone a bordo sono nel panico. Al telefono urlano e abbiamo difficoltà a comunicare con loro. Devono essere soccorsi senza ulteriori indugi!!!”.

La Sea Watch ha detto che l’imbarcazione era “pericolosamente sovraffollata e tra onde spaventose”. Inoltre, Sea Watch ha avvisato che il mercantile nelle vicinanze non è attrezzato per i soccorsi. “Le persone devono essere salvate ora prima che altre persone muoiano cercando di mettersi in salvo. L’Italia e i Paesi Ue devono assumersi la responsabilità del soccorso in mare e proteggere la vita delle persone in movimento. Ora, immediatamente, in questo caso. In generale, in ogni caso” hanno incalzato.

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