Allarme morbillo nel Lazio: crescono i casi tra gli adulti non vaccinati.
Il Lazio si trova ad affrontare una recrudescenza dei casi di morbillo, in particolare tra gli adulti di età compresa tra i 19 e i 42 anni. Questa situazione ha portato a un rinnovato allarme da parte dei professionisti della salute, che evidenziano come, nonostante il morbillo sia spesso percepito come una malattia infantile, il suo impatto sugli adulti non debba essere sottovalutato.
Il morbillo negli adulti: un fenomeno preoccupante
Pierluigi Bartoletti, segretario della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) di Roma e provincia, ha espresso preoccupazione per l’aumento dei casi di morbillo, sottolineando che: “C‘è un allarme negli adulti, rivediamo casi nei giovani, 30enni non vaccinati, e personalmente è una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni“.
Il morbillo non è da sottovalutare, considerando la sua natura virulenta che può condurre a febbre alta, enatema e bolle cutanee. L’invito ai cittadini è quello di verificare il proprio stato vaccinale e, in caso di mancata vaccinazione, procedere con l’immunizzazione.
Complicanze della malattia e misure preventive
Il morbillo, non avendo una cura specifica, può portare a complicanze serie quali polmonite e encefalite. “Per il morbillo non c’è cura“, ricordano i medici di famiglia, evidenziando l’importanza di una diagnosi precoce e, per i casi più gravi, la possibile necessità di ricovero ospedaliero.
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie infettive e tropicali (Simit), rileva che: “Un aumento dei casi di morbillo in Italia c’è già stato nel 2017, dopo una riduzione delle vaccinazioni” e sottolinea l’alta contagiosità del virus.
Il Ministero della Salute ribadisce che, sebbene si possano trattare i sintomi una volta contratta l’infezione, circa il 30% dei casi presenta complicanze serie. Il vaccino, offerto gratuitamente dalle Asl, rappresenta l’unica vera prevenzione efficace contro il morbillo. Si raccomanda la vaccinazione al 13° mese di vita e un richiamo a 5-6 anni, ma è sempre possibile vaccinarsi anche in età adulta se non si è mai ricevuta l’immunizzazione o il richiamo.