Allarme occupazione e Pil fermo in Italia: gli ultimi dati Istat

Allarme occupazione e Pil fermo in Italia: gli ultimi dati Istat

Occupazione in calo e Pil fermo in Italia: a settembre 63mila posti di lavoro persi e aumento degli inattivi. Ecco gli ultimi dati Istat.

Il mese di settembre 2024 ha visto un calo dell’occupazione di circa 63mila unità in Italia, come evidenziato dai dati Istat.

Questo rallentamento del mercato del lavoro arriva in un contesto economico già segnato da una crescita stagnante del Pil.

Il tasso di disoccupazione si è mantenuto stabile al 6,1%, ma aumentano le persone inattive, ovvero coloro che non cercano lavoro, soprattutto tra le donne.

Il mercato del lavoro si ferma dopo tre mesi di crescita: i dati Istat

Dopo tre mesi consecutivi di crescita occupazionale che avevano segnato un record storico per l’Italia, settembre segna un’inversione di tendenza.

Rispetto ad agosto, il calo di 63mila unità colpisce soprattutto gli uomini, che rappresentano la maggioranza delle perdite con 52mila unità, contro le 11mila tra le donne.

Parallelamente, si registra una diminuzione di 14mila disoccupati, segno che l’aumento degli inattivi potrebbe riflettere una sfiducia nelle prospettive occupazionali o una difficoltà nel trovare lavori soddisfacenti e duraturi.

Il dato sugli inattivi è particolarmente significativo: a settembre si sono aggiunte 56mila persone a questa categoria, con un aumento del tasso totale dello 0,2%.

Questo fenomeno interessa soprattutto le donne, il cui tasso di inattività ha raggiunto il 42,8%, ben più alto rispetto al 24,7% degli uomini.

La crisi industriale e il freno del Pil

Il rallentamento occupazionale coincide con un Pil stagnante. I dati preliminari Istat sul terzo trimestre 2024 indicano una crescita pari a zero rispetto al trimestre precedente e un modesto incremento annuale dello 0,4%, il più basso dal periodo pandemico.

Il governo aveva posto l’obiettivo di crescita all’1% per il 2024, ma il raggiungimento di questa cifra sembra ormai improbabile.

Le principali difficoltà derivano da settori chiave per l’export italiano, come l’automotive e il lusso, attualmente in crisi.