Allarme povertà in Italia: i dati dell’Istat su 2,2 milioni di famiglie

Allarme povertà in Italia: i dati dell’Istat su 2,2 milioni di famiglie

Istat, povertà assoluta nel 2023: 5,7 milioni di persone in difficoltà, con un aumento tra gli operai, minori e stranieri.

Nel 2023, la povertà assoluta ha continuato a rappresentare un problema significativo per l’Italia, coinvolgendo oltre 5,7 milioni di individui, pari a 2,2 milioni di famiglie.

Questi dati, presentati nel report annuale “La povertà in Italia – Anno 2023” dell’Istat, evidenziano una situazione stabile rispetto all’anno precedente, ma con preoccupanti segnali di peggioramento.

Le categorie più colpite dalla povertà assoluta nel 2023

A livello demografico, come riportato da Open, le fasce più vulnerabili restano i minori e gli stranieri. Nel 2023, infatti, sono 1,29 milioni i minori in povertà assoluta, un numero che corrisponde al 13,8% di tutti i bambini e ragazzi italiani.

Questo rappresenta il dato più elevato dal 2014 e rispecchia una disparità territoriale preoccupante: mentre nel nord Italia l’incidenza è del 12,9%, nel Mezzogiorno si sale al 15,5%.

Tuttavia, il dato che risalta maggiormente è quello delle famiglie composte da stranieri. Queste unità familiari affrontano una povertà molto più severa rispetto a quelle composte solo da italiani: il 41,4% delle famiglie straniere si trova in condizioni di povertà assoluta.

Tale disparità – rispetto alle famiglie di italiani – si riflette anche nei numeri individuali, con 1,7 milioni di stranieri in povertà assoluta, un’incidenza pari al 35,1%, oltre quattro volte superiore rispetto a quella degli italiani (7,4%).

Il peso della crisi economica sugli operai

Il report dell’Istat sottolinea un peggioramento delle condizioni economiche per le famiglie di operai, il cui tasso di povertà assoluta è cresciuto dal 14,7% del 2022 al 16,5% nel 2023.

Questo dato mette in luce una difficoltà crescente per chi, pur essendo impiegato in attività lavorative, non riesce a soddisfare i bisogni di base della propria famiglia.

Le cause sono molteplici: dall’aumento del costo della vita alla stagnazione dei salari, che non tengono il passo con l’inflazione e il rincaro dei beni di prima necessità.