Allarme sicurezza in Italia: cresce la vigilanza su obiettivi sensibili

Allarme sicurezza in Italia: cresce la vigilanza su obiettivi sensibili

L’allerta sicurezza in Italia cresce a seguito delle tensioni tra Hamas e Israele, le misure adottate e gli obiettivi sensibili.

Nel contesto del conflitto tra Hamas e Israele, l’allerta sicurezza in Italia si intensifica. La crescente preoccupazione per possibili attacchi ha portato a un’attenta valutazione degli obiettivi sensibili nel Paese.

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Identificazione degli obiettivi sensibili

Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi al Viminale, ha evidenziato oltre 28mila obiettivi sensibili, tra cui 205 legati direttamente a Israele. Questi includono principalmente sedi diplomatiche, luoghi di culto, e punti di interesse commerciale. L’attenzione è particolarmente alta per consolati, sinagoghe, scuole e musei associati allo Stato di Israele.

Misure di sicurezza amplificate

Nonostante l’accento posto sugli obiettivi legati a Israele, la riunione al Viminale ha sottolineato la necessità di rafforzare la vigilanza in modo comprensivo. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha evidenziato l’importanza di prepararsi per “mesi difficili”. La sicurezza è stata potenziata in luoghi diplomatici, luoghi di culto, e in tutti gli spazi che potrebbero attrarre grandi folle, come stazioni e aeroporti.

Una circolare inviata a prefetti e questori ha enfatizzato la necessità di rafforzare la vigilanza e la sicurezza, in particolare per obiettivi legati a interessi israeliani, ebraici e palestinesi.

Roma, con il suo ricco patrimonio ebraico, è tra le città con il livello di allerta più alto. La sicurezza è stata rafforzata anche intorno alle sedi di rappresentanza dello Stato palestinese. Altre città come Venezia, Milano e diverse regioni come Emilia-Romagna e Toscana hanno anch’esse intensificato le misure di sicurezza.

Sebbene non ci siano “evidenze concrete e immediate” di minacce, il governo italiano rimane vigile. L’attenzione è rivolta anche alla possibile infiltrazione di terroristi tra i flussi migratori e alla vigilanza di internet per intercettare segnali di pericolo. Come ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “Stiamo facendo tutto ciò che si deve fare per garantire la sicurezza. Non c’è un rischio imminente ma nulla va sottovalutato“.

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