Nell’ambito delle indagini sulla disastrosa alluvione in Libia, le autorità hanno arrestato sette funzionari e il sindaco di Derna.
Arriva la svolta dopo la devastante alluvione avvenuta a Derna, in Libia, l’11 settembre scorso, che lungo il suo cammino ha lasciato morte e distruzione. Ieri, lunedì 25 settembre, il procuratore generale Al-Siddiq Al-Sour ha ordinato l’arresto del sindaco di Derna e di sette funzionari ed ex funzionari.
Il bilancio delle vittime in Libia
Nell’ambito delle indagini della tragica alluvione in Libia, sono scattate le manette per il sindaco di Derna e sette funzionari responsabili della gestione delle risorse idriche e delle dighe. La tempesta Daniel si è abbattuta sulla città provocando il crollo di due dighe a monte.
L’inondazione ha causato la distruzione di gran parte della città, e la morte di oltre 11mila persone. Oltre 10mila persone sono ancora disperse. Altre 170 persone hanno perso la vita in diverse zone della Libia orientale.
Le accuse
La Procura ha accusato i funzionari di cattiva gestione delle infrastrutture e negligenza, dato che il rischio che le dighe cedessero era stato segnalato più volte. Tra loro c’è anche il sindaco sospeso di Derna, Abdulmenam al-Ghaithi.
Le due dighe vicine a Derna, infatti, erano danneggiate dal 1998: nel 2010 era iniziata la loro riparazione, ma era stata sospesa dopo l’inizio della guerra civile in Libia nel 2011.
Altri otto funzionari sono stati convocati per essere interrogati nei prossimi giorni. La responsabilità di quanto accaduto è stata associata però anche al malgoverno, alla corruzione e allo scarso interesse per la manutenzione delle infrastrutture da parte del maresciallo libico Khalifa Haftar.