L’Alzheimer spaventa 1 italiano su 2, ma la conoscenza su diagnosi e prevenzione resta bassa: ecco i risultati dell’indagine.
Un recente sondaggio condotto per Airalzh (Associazione italiana ricerca Alzheimer) ha rivelato una realtà preoccupante: metà della popolazione italiana teme di sviluppare l’Alzheimer in futuro.
Ma emerge che solo il 10% dichiara di avere una conoscenza approfondita della malattia. Ecco nel dettaglio i risultati dell’indagine.
Come gli italiani percepiscono l’Alzhaimer
Secondo l’indagine, come riportato da Adnkronos.com, il 68% degli italiani considera l’Alzheimer una malattia “molto grave“. Un dato inferiore solo a quello del cancro (83%) e della sclerosi multipla (71%).
A seguire, il 49% degli intervistati teme di poter soffrire di Alzheimer o che la malattia possa colpire persone a loro vicine. Non è sorprendente, visto che il 28% del campione ha già avuto familiari stretti affetti da questa malattia.
Nonostante questa alta consapevolezza del rischio, le lacune informative restano significative. “La percezione della malattia di Alzheimer come patologia grave e potenzialmente rischiosa per ciascuno di noi è risultata ampiamente condivisa nella popolazione“, ha dichiarato Paolo Anselmi, fondatore di Walden Lab, il team che ha condotto l’indagine.
Tuttavia, ha sottolineato come: “Sono molto scarse le conoscenze, in particolare su prevenzione, diagnosi precoce e cura“.
La disinformazione sulle cure
Il sondaggio ha rivelato che la maggioranza degli italiani riconosce alcuni sintomi principali dell’Alzheimer, come la perdita di memoria (85%) e la disorientazione (69%). Ma c’è una significativa carenza di informazioni sulle possibilità di trattamento.
Solo il 41% si ritiene informato sulle cure disponibili, e ancora meno (33%) sulla prevenzione. Inoltre, soltanto il 39% conosce l’importanza della diagnosi precoce.
Per quanto riguarda i fattori di rischio, la presenza di casi familiari di Alzheimer è considerata determinante dal 75% degli intervistati. Mentre altri elementi importanti come la qualità del sonno, la dieta e l’attività intellettuale sono meno riconosciuti come cruciali per la prevenzione.
Nonostante le preoccupazioni, prevale un senso di ottimismo verso il futuro. L’81% degli italiani crede che sia probabile che la ricerca possa portare a terapie efficaci per curare l’Alzheimer. Mentre l’83% riconosce l’importanza fondamentale della ricerca scientifica per individuare nuove forme di cura e prevenzione.
Tuttavia, come emerge dall’indagine, la popolazione manifesta un forte desiderio di ricevere più informazioni attendibili su questi temi.