Ospite di Bruno Vespa a ‘Cinque Minuti’, Amanda Knox è tornata a parlare di Meredith Kercher e della recente condanna per calunnia ricevuta.
Pochi giorni fa Amanda Knox è stata condannata per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba per il caso legato all’omicidio di Meredith Kercher. Adesso, la donna è tornata a parlare e lo ha fatto ospite di Bruno Vespa su Rai1 a ‘Cinque Minuti’. Il giornalista ha dato modo alla ragazza di dire la sua e di tornare anche sul famoso caso che vide coinvolti anche Raffaele Sollecito e Rudy Guede.
Amanda Knox e la condanna per calunnia
“Non ho calunniato nessuno, io sono stata torturata dai poliziotti. Come ha riconosciuto la Corte Europea dei diritti umani, i miei diritti sono stati violati. Io sono una vittima, come lo è Patrick: siamo vittime delle stesse persone e degli stessi fatti”, ha detto subito Amanda Knox a Bruno Vespa ringraziando dell’opportunità di parlare apertamente all’Italia per raccontare la sua versione dei fatti relativamente alla condanna ricevuta pari 3 anni, per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba.
L’omicidio di Meredith Kercher e la tortura
La Knox ha poi aggiunto diversi passaggi relativi al caso di Meredith. “Io non sapevo chi avesse ucciso Meredith. Penso che ad uccidere la mia amica sia stato Rudy Guede, che era già noto per essere una persona molto aggressiva con le donne e quindi non mi sorprende che lui sia finito a fare questo terribile, tragico crimine. Io e Raffaele Sollecito abbiamo passato una cosa terribile insieme. Lui è sempre una persona molto importante per me, siamo cresciuti quarant’anni in quattro e quindi sì, siamo vicini anche se siamo lontani”.
Parlando di Sollecito, poi: “Siamo stati tutti e due torturati psicologicamente dagli inquirenti, siamo sopravvissuti insieme. […]”. E sulla notte dell’omicidio della Kercher e quanto accaduto più avanti con le indagini: “Io ero una studentessa anonima prima di questa cosa e sono diventata la ragazza più odiata nel mondo. Sono stata accusata di omicidio, di calunnia, ho rappresentato tutte le cose brutte che si possono pensare di una donna e adesso, come mamma, sento il peso di questo stigma e sono qua per ribadire che ho detto la verità da sempre. Ho avuto ragione da sempre e sono innocente“.