“Amazon tax”: la possibilità di una tassa sulle consegne a domicilio

“Amazon tax”: la possibilità di una tassa sulle consegne a domicilio

L’ipotesi mira a fermare la circolazion di mezzi non ecologici con l’introduzione di una tassa sulle consegne a domicilio.

Durante la riunione di ieri, 18 novembre, i capigruppo della maggioranza hanno discusso la possibilità di introdurre una tassa sulle consegne a domicilio. Nasce la cosiddetta “Amazon tax”, o anche “tassa verde”, che mira ad eliminare i mezzi di trasporto non ecologici. Questa ipotesi inserita nella manovra di Bilancio, però, non è stata accolta a braccia aperte da molti settori digitali che vedono in questa tassazione una minaccia.

Food delivery, app consegna a domicilio

Conseguenze negative sull’e-commerce

L’ipotesi era già in circolazione da tempo, e già da ottobre sono state diverse le polemiche che sono state sollevate all’interno del settore dell’e-commerce. In particolare Roberto Liscia, presidente dell’associazione Netcomm, aveva affermato: “La presunta ‘tassa verde’ sulla rete distributiva dell’eCommerce proposta dal governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese”.

In questi ultimi anni diverse imprese hanno trovato nel digitale un’ancora di salvataggio. Ma se l’ipotesi di questa tassa dovesse concretizzarsi, potrebbe minare a competitività del settore dell’e-commerce italiano sul piano internazionale. Un ulteriore tassazione potrebbe complicare la situazione delle aziende digitali che già “sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete”.

Il digitale, un vantaggio aziendale

La tecnologia ha rappresentato per molte aziende una possibilità, ma non parliamo solo di quelle strettamente digitali, bensì anche di quei negozi tradizionali che hanno deciso di affiancarsi ai servizi di consegna a domicilio.

Inoltre, secondo uno studio realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, lo shopping online avrebbe un impatto positivo dal punto di vista ambientale solo se l’alternativa per il singolo cliente è percorrere una distanza stimata intorno ai 15 chilometri.