Sergey Razov, ambasciatore della Russia in Italia, ha depositato un esposto contro il quotidiano La Stampa per un articolo controverso.
“Questo articolo d’autore considerava la possibilità dell’uccisione del presidente della Russia. Non c’è bisogno di dire che questo è fuori dell’etica, dalla morale e dalle regole del giornalismo. Nel codice penale dell’Italia si prevede possibilità di istigazione a delinquere e apologia di reato”. Questo il commento dell’ambasciatore russo Sergey Razov, che ha aggiunto quanto segue. “In precisa conformità alla legislazione italiana mi sono recato alla procura della Repubblica per registrare questa querela con la richiesta alle autorità italiane di esaminare questo caso. Confido nella giustizia italiana“.
Queste le parole di Sergey Razov, ambasciatore della Federazione russa in Italia, in merito all’articolo pubblicato da La Stampa dal titolo “Guerra Ucraina-Russia: se uccidere Putin è l’unica via d’uscita”, scritto da Domenico Quirico. Nell’articolo, Quirico ammette una triste verità, stando al suo parere, che rappresenterebbe il piano principale della Nato: che un fedelissimo di Putin si ribelli alle atrocità del leader russo ed uccida il presidente.
La versione del conflitto di Razov
Razov non ha accettato il contenuto di questo articolo, commentando la guerra in Ucraina secondo il suo punto di vista, ovvero quello della propaganda russa. “La Russia non sta attaccando i civili nella città ucraina di Mariupol o in altre località ma seguendo le indicazioni del presidente Vladimir Putin di colpire solo siti militari”. Commento che stride fortemente rispetto alle notizie che riceviamo dal fronte. “È necessario valutare con molta attenzione quanto sta accadendo a Mariupol. Ricordo quando il presidente Putin ha parlato degli obiettivi dell’operazione militare speciale e ha dato l’ordine di bombardare solo i siti militari. Per quel che riguarda la popolazione che è presente a Mariupol e nelle altre città, i militari russi stanno proponendo di aprire dei corridoi umanitari. Sulla situazione a Mariupol e nelle altre città ucraine sarebbe opportuno sentire le due parti e non solo la propaganda ucraina”. Poi, il commento critico di Razov riguardo la stampa italiana. “Denunce di crimini di guerra? Ogni giorno leggo la stampa italiana e vedo foto sulla cui provenienza ci sono dubbi. Nessuna minaccia sul nucleare da parte di Mosca, ma riflessioni di scenari possibili in caso di minacce per la sicurezza della Federazione Russa”.
La risposta di Giannini
La replica del direttore de La Stampa, Massimo Giannini, non si è fatta attendere. “La Russia di Putin ha lanciato un’operazione militare speciale che in realtà è una guerra vera. Sta distruggendo città, sta bombardando case, scuole, aziende, imprese, palazzi. Tutto ciò che secondo Putin va ricondotto a unità. Come a Grozny, come ad Aleppo. L’ambasciatore russo in Italia, Razov, attacca la libertà di stampa italiana, in particolare il nostro giornale. Denuncia La Stampa per istigazione a delinquere. Per disinformazione. Ma di cosa siamo colpevoli?“. Successivamente, Giannini si smarca dalle accuse di Razov, asserendo di riportare solo informazioni fattuali. Successivamente, Giannini difende l’articolo di Quirico, in quanto molte persone sono d’accordo con la tesi esposta da Quirico. “Questa è la Russia di oggi. Un paese guidato da un autocrate che, sul suo territorio, fa queste operazioni: chiude giornali, chiude radio“. Giannini ha poi parlato dell’assassinio della giornalista Anna Politovskaya, contraria al regime di Putin. Una fortissima risposta all’ambasciatore russo.