Ambiente: per i giovani è una priorità

Ambiente: per i giovani è una priorità

Una ricerca sui giovani indica che la tutela dell’ambiente è per loro una priorità.

Secondo quanto emerge dal 10° Rapporto di ricerca dell’Osservatorio permanente sui giovani della Link Campus University, per tutti la tutela dell’ambiente è una delle cose fondamentali. I giovani hanno dimostrato molto più interesse e impegno per tutelare questo pianeta e fare scelte sostenibili. Da Greta Thunberg ai Fridays for future, i giovani sono molto più attenti degli adulti sulla questione ambientale.

Un problema che i giovani percepiscono più da vicino rispetto alle precedenti generazioni. Negli ultimi anni l’attenzione sul clima si è triplicata lasciando alle nuove generazioni l’obbligo di farsi carico di un pianeta lasciato in condizioni pessime dai genitori e dai nonni. Si tratta di una generazione sensibile alla sostenibilità ma anche molto pragmatica nelle proprie scelte.

Protezione ambiente fonti energetiche rinnovabili sostenibili

Fonti rinnovabili sì, ma divisi sul nucleare

Degli intervistati, oltre il 90% riconosce l’importanza dell’inserimento in Costituzione della tutela di animali e ambiente. Il 56,2% considera questo provvedimento prioritario. Il 10° rapporto di ricerca dell’Osservatorio sui giovani della Link Campus University , con la direzione scientifica del professore Nicola Ferrigni e della professoressa Marica Spalletta mostra quanto la nuova generazione sia impegnata nella questione.

Per il 33,4% degli intervistati la salvaguardia dell’ambiente passa principalmente attraverso la scelta di privilegiare fonti rinnovabili. Ma riguardo al nucleare gli intervistati si dividono. Il 24,2% dei giovani ritiene che si tratti di un tema su cui non c’è adeguata informazione. A riconoscerne i vantaggi, appena il 19,1% tra questi elenca la minore dipendenza dal petrolio (12,7%) e la produzione di energia pulita (6,6%). Il resto però mette in evidenza gli aspetti negativi del nucleare. Il 23,8% pone infatti l’accento sui potenziali ‘effetti collaterali’ (attentati terroristici, rischi ambientali, ecc.), il 22,6% lo ritiene un pericolo per la salute.