Papa Francesco all’Angelus: “La missione del Cristiano è annunciare Gesù”

Papa Francesco all’Angelus: “La missione del Cristiano è annunciare Gesù”

L’Angelus di Papa Francesco di domenica 2 febbraio 2020. Il Pontefice: “Il Cristiano non è immobile, deve annunciare Gesù”.

CITTA’ DEL VATICANO – L’Angelus di Papa Francesco di domenica 2 febbraio 2020. Primo appuntamento del mese a San Pietro con il Pontefice che dalla finestra della Santa Sede ha spiegato il Vangelo di questa giornata che coincide con la Candelora.

L’Angelus di Papa Francesco

Nel giorno della festa della Presentazione del Signore al tempio, Bergoglio si è soffermato sul Vangelo di questa domenica: “Oggi ci racconta che, quaranta giorni dopo la nascita, i genitori di Gesù portarono il Bambino a Gerusalemme per consacrarlo a Dio – ha spiegato il Pontefice citato da vaticannews.vae mentre descrive un rito previsto dalla tradizione, questo episodio pone alla nostra attenzione l’esempio di alcuni personaggi. Questi sono colti nel momento in cui fanno esperienza dell’incontro con il Signore. Si tratta di Maria e Giuseppe, Simeone e Anna, che rappresentano modelli di accoglienza e donazione della propria vita“.

Il Pontefice, inoltre, ha ricordato come “l’immobilismo non fa parte del Cristiano che ha la vocazione alla missione di annunciare Gesù. Le parrocchie e le diverse comunità ecclesiali sono chiamate a favorire l’impegno di giovani, famiglie e anziani affinché tutti possano fare un’esperienza cristiana, vivendo da protagonisti la vita e missione della Chiesa“.

Papa Francesco

Le conclusioni del Pontefice

Il Pontefice nel finale del suo discorso ha invocato la Vergine Maria per aiutarci “a contemplare ogni giorno Gesù, il Dono di Dio per noi, e a lasciarci coinvolgere da Lui nel movimento del dono con gioioso stupore, perché tutta la nostra vita diventi una lode a dio nel servizio dei fratelli”.

Bergolio ha ricordato anche la Giornata della vita consacrante chiedendo ai fedeli una preghiera per tutti i consacrati e i consacrate che fanno “tanto lavoro e tante volte di nascosto“. Un saluto tra gli altri tanti pellegrini polacchi e giapponesi.