La crisi del Movimento 5 Stelle non ha fine. Altri due deputati lasciano i pentastellati e passano al gruppo Misto. Sono Angiola e Rospi.
Il Movimento 5 Stelle continua a perdere pezzi. I deputati Angiola e Rospi hanno comunicato il loro passaggio al Gruppo Misto senza risparmiare critiche ai vertici del M5s.
Altri due deputati lasciano il Movimento 5 Stelle. Angiola: “I vertici del Movimento hanno preferito trincerarsi in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni”
Nella sua comunicazione Angiola ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a lasciare il M5s, che continua a vivere una crisi senza precedenti.
“Ho deciso, con grande rammarico di abbandonare il M5S. Il mio dissenso non deriva da un mio personale cambiamento di opinioni, ma dalla presa d’atto che […] i vertici del Movimento hanno preferito trincerarsi in una chiusura pregiudiziale nelle proprie granitiche convinzioni.
La mia odierna decisione non è da porsi in connessione con quella di altri colleghi parlamentari, come Lorenzo Fioramonti […]. Per una serie di meditate e rilevanti ragioni ho dato il mio voto di fiducia al Governo di Giuseppe Conte, ma non ho votato la Legge di Bilancio. Ho manifestato vivo disappunto per la compressione delle prerogative parlamentari e per l’approvazione di provvedimenti che, nella mia qualità di professore ordinario nell’Università, non potevo assolutamente accettare“.
Il deputato ha poi attaccato i vertici del Movimento 5 Stelle, rei di avere abbandonato i parlamentari facendo scelte di comodo.
“Ho più volte denunciato scarsa collegialità e scarsa attenzione ai singoli parlamentari […] con tutte le conseguenze che ciò può comportare in termini di “visibilità” dei territori nelle scelte legislative e di Governo”.
Rospi, “Non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica del Gruppo parlamentare”
La versione dei fatti di Rospi non si distanzia nella sostanza da quella di Angiola. Il passo indietro è motivato dal cambiamento del Movimento 5 Stelle che avrebbe tradito la propria natura.
“Per svariate ragioni, in primis il non condividere la Manovra di Bilancio […] la mancanza di collegialità nelle decisioni all’interno del gruppo, ho maturato l’idea di lasciare […]. Non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica del Gruppo parlamentare con il risultato che ristrette minoranze decidono per la maggioranza. Il M5S non vuole più dialogare, con la base che si limita a veicolare le scelte prese dall’alto senza più essere portatrice di proposte”.