L’anniversario della morte di Davide Astori

L’anniversario della morte di Davide Astori

Il 4 marzo 2018 scompariva Davide Astori, il capitano eterno della Fiorentina. Il gentiluomo del calcio italiano e mondiale.

FIRENZE – Era domenica 4 marzo 2018 quando veniva data la notizia della morte di Davide Astori. L’eterno capitano della Fiorentina era in albergo a Udine per scendere qualche ora dopo in campo contro i bianconeri ma nella notte prima della sfida ha avuto un malore che non l’ha fatto più svegliare.

La morte di Davide Astori

Una morte che ha sconvolto l’intero calcio italiano che si è fermato quel giorno per ricordare il difensore. Un giocatore definito da compagni e avversari come un vero e proprio gentiluomo.

Nell’anno della tragica scomparsa, Davide viene ricordato ogni domenica dai suoi tifosi ma anche dai tesserati della Fiorentina. E per commemorare il difensore la Serie A ha deciso di fermarsi al minuto 13′, numero della maglia di Astori.

Davide Astori

Davide Astori, del cause della morte

Una morte quella di Davide Astori che ancora non ha avuto una spiegazione. Al termine delle indagini due medici sono stati accusati di omicidio colposo, ma il mondo del calcio e la famiglia del calciatore attendono ancora la verità.

Secondo l’ipotesi investigativa, i due medici avrebbero violato i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico.

A causare la morte di Astori sarebbe stata una cardiomiopatia aritmogena diventricolare.

La lettera dei genitori in occasione del primo anniversario della morte

I genitori hanno affidato al sito di Gianluca Di Marzio una lettera per ricordare Davide: “Per noi – riporta Sky TG24non è un ricordo che si attenua o si accende a seconda delle circostanze perché Davide è una presenza. E’ vicino a noi ogni istante, lo vediamo nella splendida nipotina Vittoria, lo rintracciamo nelle parole di molte persone, anche sconosciute talvolta. E poi lo ritroviamo nei racconti di chi lo ha conosciuto. Continuate a ricordarlo. Rivederlo sorridere in una foto, osservarlo correre nelle immagini, sentirlo nei vostri aneddoti non ci fa soffrire. Per noi è come riabbracciarlo ogni volta“.

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