Le Forze democratiche siriane hanno annunciato la definitiva sconfitta dell’Isis. Ma il rischio terrorismo resta un’eredità difficile da debellare.
L’Isis è fuori dalla Siria. Anche Baghuz, ultima roccaforte dello Stato Nero, è stata liberata. Ad annunciare quella sarebbe la vittoria definitiva sul regime sono state le Forze democratiche siriane (Sdf).

Sconfitta Isis, l’annuncio di Sdf e la gioia di Donald Trump
“Le Forze democratiche siriane dichiarano la totale eliminazione del cosiddetto Califfato e la sconfitta territoriale al 100% dell’Isis. In questo giorno unico, commemoriamo migliaia di martiri i cui sforzi hanno reso possibile la vittoria”, ha annunciato il portavoce di Sdf su Twitter.
Festeggia sui social network anche il presidente statunitense Donald Trump: “Lo Stato islamico in Siria è stato sconfitto al 100%“.

La guerra contro l’Isis
La guerra contro lo Stato Islamico è durata cinque anni e si è combattuta in Iraq e Siria. L’ultima offensiva contro l’Isis era iniziata a febbraio per schiacciare le ultime sacche di resistenza del regime. Il Califfato aveva raggiunto la sua massima espansione nel 2004.
L’eredità del terrorismo
Se l’Isis stato sconfitto in patria lo stesso non si può dire in senso generale. Il rischio terrorismo resta elevato ormai in tutto il mondo. Il Califfato ha inaugurato una nuova guerra totale combattuta da lupi solitari in grado di armarsi e fare centinaia di morti in nome di un ideale destinato a restare vivo nonostante il regime non abbia più confini geografici.
L’ondata di terrore mossa dai combattenti dell’Isis ha inoltre innescato, come testimoniato dalla strage in Nuova Zelanda, una reazione islamofoba tanto pericolosa quanto il terrorismo. Insomma, l’Isis è sconfitto ma la guerra del terrore non è finita.