Il commento di Antonio Di Pietro sulla separazione delle carriere dei magistrati e la situazione legata alle indagini su Milano e Sala.
Si torna a parlare della separazione delle carriere dei magistrati e dopo il triplice obiettivo svelato dalla Premier Meloni, ecco anche il commento di Antonio Di Pietro che si è trovato ad affrontare l’argomento in una intervista alla trasmissione ‘4 di Sera’. Tra i vari passaggi anche un parere sull’inchiesta urbanistica a Milano che coinvolge il sindaco Sala.

Separazione carriere e “mele marce”: parla Antonio Di Pietro
Nel faccia a faccia con ‘4 di Sera‘ su Rete 4, l’ex magistrato Antonio Di Pietro ha parlato della svolta sulla separazione delle carriere dei magistrati: “Serve per dividere i ruoli e i compiti, a ognuno il suo. Anche tra i magistrati ci sono delle mele marce. Le mele marce separiamole, però non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca”, ha precisato.
Poi il messaggio alla politica: “Io voglio dire ai politici: quando si tratta dell’avversario si devono dimettere, quando si tratta del compagno di partito allora c’è giustizia a orologeria. Non c’è né in un caso né nell’altro, ci possono essere e ci sono magistrati che sbagliano e che vedono lucciole per lanterne ma ci deve essere un altro magistrato che controlla quello che hanno fatto. E aggiungo di più: se c’è un magistrato che per eccesso di zelo o per superficialità sbaglia grossolanamente è anche giusto che venga disciplinarmente valutato”.
Antonio Di Pietro: "La divisione delle carriere serve per dividere i ruoli e i compiti"
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Le “mani pulite” di Sala
Nel corso dell’intervista non è mancato un commento anche su Beppe Sala, sindaco di Milano, che in seguito all’inchiesta urbanistica sul capoluogo lombardo ha vantato di avere le “mani pulite”. “Avere le mani pulite è un dovere, non è che c’è da mettersi il fiore all’occhiello perché si hanno le mani pulite”, ha detto in modo diretto Di Pietro.
“La ‘Mani Pulite’ degli anni ’90 era un’inchiesta che ha scoperto tante tangenti, cioè un fenomeno di corruzione dove c’erano valigiate di soldi e di conti correnti all’estero. In questa di oggi potrebbe anche esserci qualche borsa piena di soldi ma è soprattutto la critica e la criminalizzazione di un modello di sviluppo, il modello di sviluppo di una grande metropoli, tra le prime 10-15 al mondo”.
L'intervista all'ex magistrato Antonio Di Pietro: "Milano non è una nuova Tangentopoli"
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