Green Pass nelle Università, l’appello di più di 150 professori contrari: “Illegittima discriminazione”

Green Pass nelle Università, l’appello di più di 150 professori contrari: “Illegittima discriminazione”

L’appello firmato da più di 150 professori contrari al Green Pass obbligatorio nelle Università: “Suddivide la società in cittadini di Serie A e cittadini di Serie B”.

Mentre tutti guardano alla scuola, i primi problemi legati al Green Pass si registrano nel mondo dell’Università, dove diversi professori hanno rivolto un appello al governo dichiarandosi contro la certificazione verde obbligatoria. E tra i 150 Professori, tutti di peso, spicca il nome di Alessandro Barbero.

Green Pass obbligatorio nelle Università, l’appello di oltre 150 professori contrari

Dal primo settembre per frequentare le università italiane, sostenere gli esami e seguire le lezioni si deve essere in possesso del cosiddetto Green Pass. Tale requisito deve essere valido per docenti, personale tecnico, amministrativo e bibliotecario e studenti e ciò estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico. Molti tra noi hanno liberamente scelto di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid-19, convinti della sua sicurezza ed efficacia“, si legge nel manifesto.

La critica sembra quella solita mossa da diversi settori. Meglio rendere obbligatoria la vaccinazione contro il Covid piuttosto che costringere le persone a vaccinarsi passando per il Green Pass.

GREEN PASS

Preservare la libertà di scelta di tutti

Tutti noi, però, reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione (art. 32: ‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge’. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana’) e con quanto stabilito dal Regolamento Ue 953/2021, che chiarisce che ‘è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate’ per diversi motivi o ‘che hanno scelto di non essere vaccinate’“, si legge ancora nel manifesto.

Nello specifico della realtà universitaria, i docenti sottoscrittori di questo pubblico appello ritengono che si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il Green Pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento: tutto questo viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente. In sostanza, la ‘tessera verde’ suddivide infatti la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi quei diritti fondamentali garantiti loro dalla Costituzione (eguaglianza, libertà personale, lavoro, studio, libertà di associazione, libertà di circolazione, libertà di opinione)“, prosegue l’appello dei docenti.

Fonte foto: https://www.facebook.com/palazzochigi.it/photos/pcb.4040749929326290/4040742489327034/

I docenti contro il Green Pass: “Una misura straordinaria che comporta rischi evidenti”

Quella del ‘green pass’ è una misura straordinaria, peraltro dai contorni applicativi tutt’altro che chiari, che, come tale, comporta rischi evidenti, soprattutto se dovesse essere prorogata oltre il 31 dicembre, facendo affiorare alla mente altri precedenti storici che mai avremmo voluto ripercorrere. Auspichiamo che si avvii un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto (incluse le sue fondamentali componenti amministrativa e studentesca), per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti, per garantire il diritto allo studio e alla ricerca e l’accesso universale, non discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi (che sono, di fatto, discriminatori) a servizi universitari. Chiediamo pertanto che venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione“.