Decreto riscaldamenti, cosa cambia adesso? 

Decreto riscaldamenti, cosa cambia adesso? 

Il ministro della Transizione ecologica ha approvato il nuovo decreto riscaldamenti: cosa cambia adesso negli ambienti pubblici?

È ufficiale: il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha approvato il decreto riscaldamenti firmando il provvedimento. Cosa cambia adesso? Un’ora in meno di caldo ogni giorno, temperature giù di un grado in casa e nei luoghi di lavoro. Nonché termosifoni accesi due settimane in meno rispetto allo scorso anno.  

Con il nuovo decreto riscaldamenti la stagione invernale verrà accorciata di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio. Ad approvare il provvedimento il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha firmato il decreto che prevede nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici.  

Inoltre il decreto stabilisce la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati. Il piano stabilito dal ministro della Transizione ecologica entrerà in vigore entro la prossima stagione invernale, come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale.  

Nella fattispecie, secondo quanto previsto dal nuovo decreto, la temperatura sarà di 17 gradi per le attività industriali e artigianali il termostato. Invece per quanto riguarda tutti gli altri ambienti si passerà dai 20 gradi a 19. Il provvedimento costituisce un piano volto al risparmio energetico, per far fronte alla grave situazione di crisi a cui stiamo assistendo.  

Il decreto 

“Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno. E il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni. Posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”, si legge all’interno della nota sul decreto. 

I singoli Comuni avranno comunque una certa autonomia decisionale. E nel caso di particolari situazioni di emergenza potranno far subentrare delle eventuali modifiche in merito alle predisposizioni. “In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati dal decreto, purché per una durata giornaliera ridotta”. 

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