Paolo Silvio Mazzoleni, ex arbitro ora in pensione, ha parlato della sua battaglia contro il cancro, affrontata e vinta nel 2012 grazie al supporto della moglie.
L’arbitro Mazzoleni e il cancro, una storia dolorosa e commovente che l’ex fischietto italiano ha voluto raccontare in occasione di una delle tappe per la presentazione del suo libro autobiografico.
Paolo Mazzoleni e la malattia
Alla presenza dei giornalisti ma anche di tanti curiosi e amanti del calcio, Mazzoleni ha parlato del momento più difficile della sua carriera e della sua vita. Era il 2012 quando ha dovuto fare i conti con la partita più difficile della sua vita. Quella contro la malattia.
“Nel 2012 ho sconfitto il cancro. In Milan-Juve di Coppa Italia, l’8 febbraio 2012, ero a terra – ha raccontato Mazzoleni come riportato da la Gazzetta dello Sport. Mia moglie Daiana mi prese per mano e mi convinse a continuare. Arbitrai Fiorentina-Udinese la domenica prima, il lunedì entrai all’Istituto dei Tumori di Milano per l’operazione e per il mercoledì rifiutai il cambio di designazione offertomi dal designatore Stefano Braschi. È stata una scelta di vita, allietata tre anni dopo dalla nascita di mio figlio Riccardo“.
Il futuro e i tatuaggi dell’arbitro Mazzoleni
Sono due gli argomenti di cui non avrebbe non potuto parlare: il suo futuro e i suoi tatuaggi. Mazzoleni anche sulla rete è famoso per i tanti disegni sulla pelle. È un vero appassionato e non è intenzionato a fermarsi.
“Non so se farò il pensionato o la mia sezione Aia mi darà incarichi. Di sicuro non mi vedrete a commentare i rigori in tv, la categoria arbitri nel piccolo schermo è in overbooking. Ho 45 tatuaggi, ma mi voglio tatuare anche le 210 partite in Serie A“.