Giuseppe Conte e Roberto Speranza liberi dal processo che li vedeva indagati. Per il Tribunale di Brescia: “il fatto non sussiste”.
Il Tribunale dei Ministri ha accolto la richiesta della Procura di Brescia di archiviare l’inchiesta che vedeva indagati per la gestione della prima fase della pandemia da Covid, l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza.
L’inchiesta
Negli ultimi mesi, l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza sono stati al centro della bufera a causa della mala gestione della zona rossa tra febbraio e marzo 2020 e la non attuazione del piano pandemico in Val Seriana (Bergamo). Entrambi erano stati accusati di omicidio ed epidemia colposi e rifiuti d’atti d’ufficio.
La settimana scorsa la procura bergamasca aveva chiesto di archiviare l’inchiesta, a seguito dell’ultimo interrogatorio del 10 maggio, in cui i due esponenti politici si erano difesi davanti al tribunale dei Ministri. L’avvocato Caterina Malavenda, che difende Giuseppe Conte, aveva fatto sapere di avere “depositato una memoria lo scorso 22 maggio e di avere appreso che la procura ha depositato un atto sulla vicenda lo scorso 24 maggio”.
I giudici del tribunale dei ministri, tutti civilisti, hanno dunque accolto la richiesta di archiviazione perché “Il fatto non sussiste”.
La reazione delle famiglie delle vittime
Dopo la decisione dei giudici confermata quest’oggi, i familiari delle vittime si sono definite deluse e arrabbiate, parlando di “uno schiaffo in faccia a noi e all’Italia intera che si merita un sistema politico e di giustizia più trasparente”.
“Siamo intransigenti con quanto fatto dalla Procura di Brescia e dal Tribunale dei ministri: l’archiviazione è un vilipendio alla memoria dei nostri familiari, un bavaglio, l’ennesimo in un’Italia corrosa dall’omertà contro cui ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo nelle sedi che ci restano, come quella civile”, concludono.