Incursione di nazifascisti durante una diretta web per la Giornata della Memoria. Dura la condanna di Unicoop.
AREZZO – Incursione di nazifascisti durante una diretta web per la Giornata della Memoria ad Arezzo. Come raccontato da La Repubblica, alcune persone sono riusciti ad entrare durante questo evento per cercare di disturbare la conversazione con bestemmie, ostentazioni di simboli nazi-fascisti e minacce di morte.
L’evento non è stato interrotto. Il relatore è andato avanti senza pause. “Si sono sentite distintamente delle bestemmie“, ha ammesso Marco Botti ai quotidiani locali.
La condanna di Unicoop
Immediata la condanna di Unicoop che ha espresso solidarietà anche al relatore: “Eventi come questi ci fanno capire ancora di più quanto sia importante portare avanti iniziative sulla Memoria, approfondiremo quanto successo e non ci fermiamo davanti a questo episodio di violenza. Mai come adesso ricordare il passato è necessario per evitare che fenomeni simili riaccadano in futuro“.
Aperta un’indagine per cercare di ricostruire meglio la dinamica di questo tentativo di hackeraggio e risalire all’identità delle persone che sono entrare durante questa riunione su Meet. Una vicenda che ha ancora diversi punti da chiarire e le novità potrebbero arrivare nelle prossime settimane.
Secondo episodio in due giorni
Si tratta di un secondo episodio in pochi giorni. Il primo è avvenuto durante una riunione della Sinistra Italiana di Brescia su Zoom. Anche in questo caso un gruppo di persone ha tentato l’irruzione durante la riunione. E’ stata presentata una denuncia per cercare di ricostruire meglio la dinamica di quanto successo e risalire all’identità nelle persone coinvolte nel tentativo di hackeraggio.
“Le organizzazioni fasciste e parafasciste vanno sciolte senza se e senza ma. E va punito chi propaganda idee riconducibili a quella marcia ideologia, diffondendo odio, discriminazione e violenza. Sono certo che la magistratura di Brescia riusciranno ad individuare e a colpire questi gruppetti di miserabili fascisti“, le parole di Fratoianni, riporte da Il Manifesto.